giovedì 22 dicembre 2011

Lettura dell'attaccante per migliorare la difesa individuale

A prescindere da moduli, schemi, muro e abilità avversaria ci sono dei fattori che il difensore può leggere in un'azione d'attacco avversario per anticipare e migliorare la propria difesa individuale.Scriverò di seguito quali sono questi elementi di lettura che servono al difensore di seconda linea durante la propria fase di difesa.

Ovviamente questi elementi il più delle volte non sono tutti leggibili, sia per la complessità e varietà dei colpi d'attacco e delle situazioni di gioco am soprattutto perchè la palla passa dall'alzatore all'attaccante e dall'attaccante al campo avversario in circa un secondo.
Tuttavia, questi elementi sono un chiaro punto di riferimento per il difensore e spesso aiutano davvero, soprattutto con un'esperienza di gioco, nella difesa.

La difesa del nostro atleta non parte dalla visione della palla quando è stata schiacciata, ma molto prima.Infatti il "bravo" difensore non guarda la palla quando è stata alzata ma l'attacante.
Infatti dopo aver visto l'alzata del palleggiatore ed essersi orientato con le spalle verso la zona d'attacco, il difensore prima di tutto guarda la rincorsa dell'attaccante:
- Rincorsa non dritta dall'esterno all'interno avrà con molte probabilità una direzione d'attacco sulla diagonale e dritta la traiettoria del braccio (salvo utilizzo del braccio e del polso)
- Una rincorsa dritta lungo i 3 metri avrà ottime probabilità (salvo utilizzo del polso) di essere indirizzata sul lungo linea
- Mentre se si è in presenza di una palla staccata e la rincorsa viene fatta da un'unico passo o con non un salto massimale quasi sicuramente sarà una piazzata

Successivamente alla rincorsa il difensore dovrà guardare il braccio, infatti questo confermerà l'ipotesi prevista dalla rincorsa o la smentirà.A livello giovanile specialmente sotto l'Under 18 è difficile trovare giocatori che hanno un gran uso del braccio tale per cui riescono a tirare forte nella direzione opposta alla rincorsa.
Comunque sarà premura del difensore osservare anche il movimento del braccio che attacca in modo da prendere le dovute precauzioni, per quanto riguarda il movimento del braccio oltre che la direzione sarà ben più importante capire il movimento vero e proprio poichè:
- se l'attaccante distende anticipatamente il braccio sarà sicuramente un pallonetto
- se tarda o piega un po' il braccio utilizzerà una piazzata
- se invece effettua il caricamento e attacca a braccio disteso sul punto alto della traiettoria del pallone allora sarà un attacco.

Infine dopo aver osservato ciò si guarda la direzione effettiva della palla ed eventualmente l'uso del polso e si interviene in difesa.
Nella pallavolo giocata il difensore riesce effettivamente a notare tutte queste cose in così poco tempo?Di sicuro inizilamente no, ma successivamente con l'esperienza di gioco e l'allenamento sia della difesa generale che nell'osservare gli attaccanti potrà utilizzare questi elementi di lettura a sua favore ed essere decisamente più efficace nella difesa.

Articolo scritto da Daniele La Terra 

Esercizi per il palleggiatore

La specializzazione dei ruoli nella nostra pallavolo avviene sempre più rapidamente, in particolare il primo ruolo a essere ricercato e dato è quello del palleggiatore.Per la ricerca del ruolo rimando ad un articolo interessante del blog: http://allenare-pallavolo.blogspot.com/2011/01/alla-ricerca-del-palleggiatore.html in cui si evidenziano i criteri per ricercare il palleggiatore in squadra.Invece qui, vorrei parlare di alcuni esercizi generali e specifici per allenare l'alzatore.Secondo uno studio analitico e suddiviso per fasi, ciò che si deve allenare prima di tutto anche dello stesso fondamentale del palleggio è la componente fisica ma soprattutto coordinativa.Infatti spesso si vedono ottimi giocatori con un tocco e un palleggio da fermo fenomenale, ma che poi in campo non riescono ad arrivare sulla palla oppure palleggiano proprio male in movimento.
Quindi di sicuro sarà utile se non hanno già acquisito queste componenti nel minivolley e le prime Under:
- Muoversi nel campo e fermare la palla alta sopra la fronte
- Muoversi nel campo, fermare la palla sopra la fronte ma con le spalle rivolte verso la banda
- Abituare il palleggiatore agli spostamenti abituali durante le fasi di gioco

Successivamente si può lavorare nella componente del palleggio e dell'alzata:
- Riscaldamento a muro con palleggiatore da vicino a sempre più lontano dal muro
- A coppie: un atleta sta a banda fermo e chi lavora palleggia a mezzo metro di distanza dal compagno dando palle mezze e/o veloci, fatte 10 si sposta di un passo fino ad arrivare alla propria zona di alzata e spingere a banda
- Con alzatore in posizione o in penetrazione si da palla al'alzatore che deve alzare 20 palloni a banda, 20 al centro e 20 dietro con il compagno (oppure un cerchio) che ferma i palloni e dice al palleggiatore se è interna o esterna, attaccata o staccata o perfetta.
- esercizio analogo ma il palleggiatore sta con il viso rivolto a rete e quando l'allenatore ha già lanciato la palla in aria e dice "via" il palleggiatore si gira e palleggia.

Per invece un lavoro più tattico del palleggiatore:
-Si mette il palleggiatore in alzata o in penetrazione con 2 attaccanti alle bande e dall'altra parte del campo 2 bande e 1 centrale sotto rete (come in partita) al lanciare del pallone il centrale avversario sceglie già a prescindere di andare a murare in una delle due bande, l'obbiettivo del palleggiatore è di palleggiare dalla banda opposta di dove è andato a murare il centrale. Tutto questo serve per sviluppare la visione periferica del palleggiatore

- Su una difesa dei compagni nel campo, il palleggiatore dovrà alzare al meglio la palla data dalla difesa

- Apertura del gioco: dando palle o su zona 3-4 o su zona 3-2 si chiede al palleggiatore di alzare dalla parte più lontana da dove si trova per aprire il gioco (molto utile per l'imprevedibilità dell'alzatore e per migliorare le doti dell'alzatore stesso) cercando ovviamente la precisione

Spero di aver dato esercizi e consigli utili a coloro che leggeranno questo post.

Articolo realizzato da Roberto Bacco

giovedì 17 novembre 2011

Squadra di pochi atleti!! che fare?


Solitamente noi allenatori, siamo abituati a seguire corsi e modelli dove si ha in squadra un numero giusto e minimo per avere una buona squadra di pallavolo (12-14 atleti).
Ma nella nostra realtà pallavolistica e in particolare nelle piccole medie società, quante sono le squadre che possono contare sempre di 12 o 14 atleti?

Quindi oggi, vorrei concentrarmi e dar consigli oltre che riceverne dai lettori, sul caso in cui si alleni una squadra di pochi atleti: in generale o in qualche allenamento.


Di fatti, non tutti possono avere una squadra di 12 - 14 persone sempre, e il più delle volte tra: infortuni, malanni, problemi scolastici o altri si arriva a molti allenamenti senza ad aver a disposizione tutti gli atleti.
Quindi, cosa bisogna fare per poter allenare bene comunque e soprattutto per ottimizzare sedute di allenamento importanti?

Prima di tutto cerchiamo di ricavare da questa situazione dei vantaggi e dei svantaggi:

Gli svantaggi sono sicuramente:
- la mancanza di qualche atleta rivela delle difficoltà nel programmare l'allenamento in generale e specifico se si vuol lavorare su certi ruoli
- L'atleta mancante perderà la spiegazione e il lavoro su qualcosa di nuovo e di utile
- Impossibilità di poter effettuare una partitella 6 contro 6 durante l'allenamento.

Vantaggi:
- Avere pochi atleti, permette di potersi dedicare a loro individualmente allenando la tecnica-tattica individuale su quelli che sono i punti di forza e di debolezza dell'atleta ( lavoro sugli obiettivi individuali)
- Permette di allenare una tipologia di ruoli (alzatori, centrali ecc)
- Permette all'allenatore di seguire meglio i singoli atleti.

Ora, poichè noi allenatori abbiamo certe priorità e preferenze nell'allenare dobbiamo far in modo di ridurre quelli che sono gli svantaggi al minimo.

1) Prima di tutto nella vostra squadra deve essere categorico e imposto che quando un atleta manca o arriva in ritardo di mandare un messaggio all'allenatore che saprà già prima dell'allenamento quanti atleti avrà a disposizione e potrà programmare al meglio l'allenamento.

2)Per quanto riguarda lo sviluppo di gioco in assenza di 12 atleti il mio consiglio è quello di allenare o singoli fasi del gioco: esempio solo la difesa con l'allenatore che attacca, o solo battuta e ricezione con costruzione, oppure dedicarsi al gioco a squadre ma con dei vincoli.

I vincoli li dovete imporre voi a seconda di quello che volete allenare o su cosa devono concentrarsi gli atleti.
Proporrò qui degli esempi di partitella con numero ridotto di atleti con dei vincoli.

6 Atleti:
- 3 vs 3 solo nei 3 metri in pallonetto e palleggi con 1 avversario a muro e gli altri 2 a difendere il pallonetto e ricostruire
- 3 vs3 tutto campo ma la palla non può cadere nei 3 metri (ovviamente si può attaccare dai 3 metri)
- 6 vs 0 con chiamata dell'allenatore d'attacco: Su attacco o battuta dell'allenatore la squadra riceve o difende e ricostruisce ma prima che l'alzatore alzi l'allenatore indicherà a chi deve alzarla e per fare punto l'attaccante che attaccherà dovrà cercare una zona del campo ben precisa indicata a inizio del gioco.

7 Atleti:
- 3 vs 3 con alzatore che passa sotto rete ad ogni azione per giocare con entrambe le squadre.La squadra che perde fa punizione escluso ovviamente il palleggiatore che avrà il fiatone ;)
- Attacco contro muro: su un campo si posizionano i 3 attacchi (banda, centrale e opposto) oppure solo i primi due e il palleggiatore che può palleggiare dalla propria zona o partendo da zona 1.L'allenatore darà la palla all'alzatore con cui farà attaccare i compagni.Gl altri 3 saranno sotto rete che dovranno leggere le alzate dell'alzatore e tentare di murare l'avversario. L'attacco vale 1 punto, il muro passivo 1 punto, il muro attivo 2 punti. Se vogliamo, anche il mani fuori vale 2 punti da parte degli attaccanti.

8 atleti:
- 4 vs 4 classico con 1 alzatore sotto rete e gli altri 3 a tutto campo

9 Atleti:
- 4 vs 4 con alzatore che passa in entrambi i campi
- 6 vs 3 con il trio che gioca solo nei 3 metri oppure solo oltre i 3 metri
- 6 vs 3 con scambio prolungato del trio:  la squadra composta da 3 atleti potrà passarsi la palla quante volte vuole nel suo campo e poi decidere quando vuole di mandarla di la. Il sestetto sarà costretto a prestare una maggiore attenzione (non sapendo quando e come l'avversario attaccherà) inoltre sviluppa molto la fase di analisi dell'avversario.Se si vuole si può mettere la regola che se il sestetto fa punto bisogna riconfermarlo facendo un altro punto su palla lanciata dall'allenatore.

10 Atleti:
- 5 vs 5 classico con esclusione di un ruolo
- 6 contro 4 con punto riconfermato

Ovviamente qui l'allenatore dovrà liberare la propria fantasia e creatività nel cercare esercizi che non annoino ma siano efficienti ed efficaci con i propri obiettivi del gioco.

Conclusioni: Di sicuro avere pochi atleti non è mai bello, perchè non permetterà mai di poter sviluppare il gioco e simulare davvero una partita, tuttavia non bisogna far pesare questo agli atleti e farlo notare molto poichè nemmeno loro saranno contenti della situazione, tuttavia è compito dell'allenatore sapersi adattare con quello che si ha, con decisione e inventività.

Daniele La Terra


sabato 12 novembre 2011

Lo studio dell'avversario in partita: come contribuire personalmente ad una vittoria della propria squadra

Nelle fasi iniziali di un campionato, specialmente nelle categorie Under 16, 18 e divisioni (dove vi è una diversa condizione di gioco e tecnica globale molto differenziata da squadra a squadra) , è difficile avere informazioni utili sulla squadra da incontrare; sia perchè non si è mai incontrata, sia perchè difficilmente si può assistere a match precedenti della squadra avversaria.

Tuttavia, l'allenatore nel riscaldamento e soprattutto nelle fasi iniziali della partita può ricavare informazioni utili da utilizzare personalmente ma il più delle volte da comunicare ai giocatori.Se poi si è affiancati da un buon scout-man allora si potrà gestire sicuramente meglio la partita e dare un contributo più che notevole per il risultato della partita.

Ma se per il discorso scout pallavolistico, vi è un discorso a parte che effettuerò in futuro, oggi scriverò di quali sono le fonti informative  e quali informazioni fondamentali si possono ricavare e soprattutto come ricavarle.
Dividerò lo studio in 3 fasi:
- Riscaldamento
- Prima del fischio di inizio
- Primi punti del set (dopo almeno una decina di punti)

venerdì 4 novembre 2011

Allenare davvero le situazioni di gioco: sviluppo di ogni fase

In questo post cercherò di descrivere al meglio ogni fase precedentemente elencate nel precedente post, riguardo l'allenare le situazioni di gioco.
Riscriverò qui le fasi:
1)Fase di analisi: capire la situazione di gioco
2)fase di elaborazione: Cosa fare per risolverla
3)Strumenti: cosa serve tecnicamente per saperla risolvere
4)Riprodurre la situazione di gioco singolarmente
5)Ripetizione della situazione
6)Inserirla all'interno del gioco.

Ora andiamo a vedere fase per fase, esemplificando il tema, nel caso che analizzeremo studieremo come difendere un pallonetto da zona 4 o 2 avversaria.


1)Fase di analisi: Capire la situazione di gioco.
Questa è la prima fase e anche una delle più importanti da questa nasce la capacità di anticipo e reazione degli atleti durante il gioco.
In questa fase spiegheremo verbalmente e anche mettendoci in campo:
- Quando si verifica la situazione di gioco
- Chi deve agire principalmente in questa situazione e cosa devono fare gli altri atleti
- Da cosa si riconosce la situazione di gioco
Nel nostro caso spiegheremo ai nostri atleti che:
- Il pallonetto si verifica da parte dell'avversario o perchè è in difficoltà (solitamente se la palla è troppo vicino alla rete) oppure per scelta tattica dell'attaccante avversario
- Il principale difensore del pallonetto è chi sta dietro al muro (o se volete chi prende in teoria la diagonale stretta) gli altri dovranno coprire la zona dietro al difensore e le altre eventuali zone dove potrebbe cadere
- Solitamente si riconosce il pallonetto se non è ben mascherato perchè il braccio dell'attaccante non effettua un pieno caricamento e solitamente parte già semi-teso, la mano è rigida quindi i difensori oltre a guardare la rincorsa dell'attaccante dovranno anche guardare il braccio e successivamente la palla.

Come allenare davvero le situazioni di gioco e migliorare la qualità del vostro gioco

Come annunciato nel precedente post, oggi parlerò di un tema a me caro, perchè poco sviluppato e a cui ho dato una rielaborazione personale durante i miei studi e carriera da allenatore.

Come allenare davvero le situazioni di gioco e migliorare da subito le qualità del vostro gioco.

Come ben sapete, la pallavolo è uno sport di situazione di gioco, significa (per coloro che non sanno a pieno questo concetto) che il gioco della pallavolo presenta delle situazioni appunto, a cui la squadra deve far fronte e porre rimedio.
Queste situazioni di gioco sono continue ogni secondo della partita, variano da molte cose come: la tattica, la condizione fisica, la psicologia in campo ma soprattutto le abilità degli atleti.
Queste situazioni sono molto simili tra loro, ma poichè presentano mille sfaccettature, non troveremo mai ( o molto difficilmente) una situazione uguale ad un altra e quindi una azione identica ad un'altra.

Premesso questo, cosa significa allenare le situazioni di gioco e come si fa?
Bè prima di tutto il compito dell'allenatore è di conoscere le situazioni di gioco generiche e anche abbastanza specifiche, insegnarle alle atlete e fare in modo che le utilizzino durante il gioco a seconda della categoria.
Esempi di situazioni di gioco sono: ricevere una battuta corta, una battuta al salto, attaccare con palla staccata, difendere il mani fuori, battere su una certa zona, alzare un pallone fuori dai 3 metri a banda.

Quindi ora vi chiederete, "bè ma allora tutto è situazione di gioco" e la risposta è si!
Per questo le situazioni di gioco vanno allenate dal mini-volley fino a fine carriera in modo da dare al giocatore un bagaglio di esperienze ampio, che alla fine è il motivo principale per cui alleniamo.

sabato 15 ottobre 2011

Under 18: L'allenamento adatto per far crescere la squadra sotto ogni profilo

Scusate per il ritardo che ormai è diventato immenso, ma tra lavoro e allenare le ragazze mi è stato proprio difficile dedicarmi al blog e alla fan page di facebook: L'allenatore (del volley) nel pallone.
Torniamo però subito a parlare, di pallavolo ovviamente e in particolare di Under 18 femminile.

Come forse avete letto dal titolo oggi elencherò delle modalità di allenamento che permettono a chi allena questa categoria di poter sviluppare nell'arco dei 3 allenamenti (perchè 3 sono necessari in questa categoria) tutte le tematiche della squadra anche in fase di campionato quindi: dalla preparazione fisica, alla ripetizione e sviluppo tecnico, dal gioco e tattica in campo all'allenamento delle situazioni di gioco.

Prima di tutto però, credo sia doveroso fare una piccola analisi di quella che è l'evoluzione del gioco nella categoria Under 18.
Di fatti in tutti le categorie pallavolistiche si sta andando sempre di più verso una specializzazione del ruolo (anche prematuramente per il mio parere) e ad una velocità di gioco molto elevata.
Infatti se prima si vedeva ancora in un Under 18 provinciale palle al centro "mezze" e non veloci e palle a banda alte, e un libero un po' inesperto ora ci troviamo ad affrontare squadra (di alta categoria ma sempre a livello provinciale) con palle veloci al centro, palle spinte in banda e liberi allenati nel loro ruolo già dall'Under 14.

Ma quindi è essenziale che anche nella nostra squadra si velocizzi l'apprendimento pur non avendo atlete dalle adeguate competenze tecniche?
La mia risposta è: nient'affatto.
Ricordate che un buon allenatore è colui il quale è in grado dalla squadra di adattare un modulo e un gioco adatto e non viceversa.

Però bisogna anche dire che si dovrà cambiare il proprio metodo di allenamento se si è di quelli che pensa che più o meno ogni allenamento è fatto da: mezz'ora di ficiso, mezz'ora di riscaldamento con i palloni, mezz'ora di fondamentale (tipo ricezione) e mezz'ora di partitella.
Ovviamente parlo a parer mio e per mia esperienza.
Dunque su cosa dobbiamo lavorare per avere come obiettivo: "Un ottimo gioco della squadra senza tralasciare allenamenti tecnici e dei fondamentali"?

Bè innanzi tutto dobbiamo distinguere un paio di campi dove ci concederemo nei nostri allenamenti e questi che sto per elencare sono quelli che servono a tutti:

giovedì 1 settembre 2011

Come programmare la propria stagione

Siamo agli inizi di una nuova stagione, che siate degli esperti o dei "cadetti" tutti noi allenatori ci troviamo all'inizio di settembre (o prima o un po' dopo) a programmare la nostra stagione.

Si perchè, non basta entrare in palestra e incominciare a far fare il solito riscaldamento, palloni, pesi e partitella; o meglio, non se si vuole allenare per bene, il che è un obiettivo che mi prefiggo come allenatore e come blogger.

Oggi parleremo quindi della programmazione, ovvero come organizzare le prossime sessioni d'allenamento in base agli obiettivi stagionali, di squadra e individuali.
Come scritto forse in passato, esistono gli obiettivi:
- Stagionali: ovvero ciò che la società pretende dal nostro lavoro che può essere da un passaggio della fase ai gironi come può essere la costruzione solida di una base tecnica degli atleti.
- Squadra: sono sostanzialmente i più importanti ovvero: che cosa deve imparare la squadra a livello tecnico soprattutto ma anche fisico e tattico.
- Individuali: cioè quali sono e come migliorare i punti deboli e i punti di forza dei singoli atleti.

Quello sui ci concentriamo al 80% della nostra programmazione è la seconda categoria: gli Obiettivi di Squadra.

giovedì 9 giugno 2011

"L'arma del Coach" che cambia la partita

Dopo un bel po' di tempo, e di questo me ne scuso, torno a parlare di una delle "10 armi  mentali dei Coach", per chi fosse nuovo o non sa a cosa mi riferisco ecco il link del post (che consiglio di leggere) : http://allenare-pallavolo.blogspot.com/2010/10/le-10-armi-mentali-di-un-coach.html.

Quella di cui parlerò oggi, come avrete dedotto dall'immagine e dal titolo è la Sostituzione.
Come letto infatti nel titolo, la sostituzione è la mossa da parte dell'allenatore che può cambiare la partita, quella mossa che cambia tutto a livello tecnico e tattico.
Tuttavia questa è un'arma a doppio taglio, di fatti non si saprà mai se non alla fine, se quel cambio è stato davvero azzeccato o meno. E' una sorta di scommessa!.

Quindi ogni allenatore deve essere in grado di usare questo strumento a dovere e con cura.

giovedì 26 maggio 2011

Cosa fa davvero la differenza..

Molti la descrivono come un'attitudine, altri invece come un'abilità da allenare.La Concentrazione è un particolare modo d'essere che viene riconosciuto da tutti gli sportivi come un prerequisito essenziale per la prestazione ottimale.

In particolare, la Concentrazione è un modo rilassato di essere sempre pronti.
La concentrazione si classifica per durata temporale o per tipologia.

Nel primo caso vi può essere nell'atleta una concentrazione di:
- Breve durata
- Lunga durata
Oppure un tipo di concentrazione:
- Interna: sulle proprie sensazioni , sentimenti, pensieri
- Esterna:  focalizza ciò che ci circonda.

Quando nella pallavolo è necessario concentrarsi?
Bè come tutti gli sport: prima, durante e anche dopo la gara.
Per far questo esistono molte tecniche ed esercizi per concentrarsi di seguito mostrerò solo alcuni esercizi per sviluppare la concentrazione e non le tecniche di risoluzione alla perdita di concentrazione (poichè lo spazio è ridotto nel blog) ma il tutto lo trovate sicuramente sul mio corso on-line: www.ycvs.it

La prima cosa che bisogna fare per capire e cambiare la nostra concentrazione o quella dei nostri atleti è: capire dove va solitamente la nostra attenzione.
Percepiamo dei rumori e ci distraiamo? Ci intimorisce la gente che guarda la partita? Dopo un punto perdo la concentrazione perchè guardo in giro? mi faccio prendere dall'ansia e dalla tensione?Ho in mente i problemi scolastici,familiari o sociali?
Questi sono solo alcuni dei motivi per cui un'atleta non riesca a concentrarsi al meglio.
In particolare bisogna valutare se la perdita di concentrazione riguarda:
1)Problemi e fattori esterni
2)Esperienze passate e future.

giovedì 19 maggio 2011

Esercizi vari... (parte 2)


Esercizi per la ricezione:
Analisi della traiettoria: battitori in zona 1 lancio della palla a due mani o se sono precisi in battuta verso zona 5, chi sta in zona 5 parte da fondo campo e deve farsi passare in mezzo alle gambe la palla.Poi si gira
- Identico esercizio a prima  ma chi sta in zona 5 parte dai 3 metri e deve far passare la palla in mezzo alle gambe arretrando (i lanciatori dovranno ovviamente lanciare una palla meno lungo e un pò più alta, ma non troppo, se no il rimbalzo ha effetti indesiderari :-) )
- 1 battitore in zona 1 batte 2 palloni uno in seguito all'altro, chi sta in zona 5 li riceve entrambi e chi sta in zona 3 li raccoglie e si gira
- Gara classica Battitori contri ricevitori dove i Battitori fanno punto se fanno Ace o gli avversari sbagliano la ricezione, I ricettori fanno punto solo se l'alzatore riesce ad alzare un pallone buono nelle zone di attacco.
- Sfida dei Tridenti: 4 squadre da 3 oppure 3 squadre da 3:  1 di una squadra batte, l'altra squadra ricevee gioca fin quando la palla non cade e guadagna il punto chi vince lo scambio. Successivamente la squadra che prima aveva battuto rimane in ricezione, la squadra che ha ricevuto cambia campo e si mette dietro alla squadra che sta giocando per entrare nel prossimo punto.
- Ricezione nelle zone di conflitto: si sistemano 3 ricettori nelle zone di conflitto precisamente in: 1-6 e 2 in mezzo tra 6 e 1.Si batte solo li in mezzo. Altra zona di conflitto: 5-6 e 4 in mezzo tra 5 e 6. Infine zona 4 e 2 e 6 con palla lanciata in mezzo ai 3 giocatori.
- ricezione sotto pressione: 3 ricettori gli altri a battere: la ricezione è buona solo se arriva in zona 2-3 entro un'area delimitata.le ricezioni devono essere 3 buone di fila, se non sono di fila si riparte da 0 fin quando non ne fanno 3 giuste di seguito. fatte 3 ricezioni giuste di seguito si cambia di posizione di ricezione, fatta una rotazione completa si cambiano i ricettori.

mercoledì 18 maggio 2011

Alcuni esercizi vari... (parte 1)

Oggi proporrò alcuni esercizi su tutti i fondamentali che possono essere di aiuto per l'insegnamento e lo sviluppo di un fondamentale.
Sono esercizi che potete trovare tranquillamente anche sul web, mentre qualcun altro l'ho pensato io.
Diciamo che ho fatto un mix, una raccolta, di vari esercizi per lo sviluppo dei fondamentali.

I fondamentali che andremo a vedere saranno: Attacco, Ricezione, Riscaldamento del bagher, Rullata, Difesa e Muro.
Partiamo con esercizi di riscaldamento del bagher e rullata.

Esercizi di riscaldamento bagher:
- Bagher in ginocchio sopra la testa o contro il muro
- Alternare bagher sopra la testa e bagher contro il muro
- Partire in ginocchio e fare tanti bagher di controllo, nel frattempo bisogna alzarsi e rimettersi in ginocchio, se si è bravi anche mettersi a gambe incrociate e rialzarsi
- A coppie, uno lancia la palla per terra, il compagno dopo il rimbalzo vede la traiettoria e con un bagher la manda al compagno.

mercoledì 11 maggio 2011

Il vero segreto per allenare il gioco è..

Ciao a tutti, scusate se è da un pò che non scrivo ma ultimamente sono stato molto impegnato col lavoro.
Oggi per farmi perdonare, ho deciso di rivelarvi quale sia il più grande segreto per allenare il gioco, la reazione degli atleti, l'anticipo ma soprattutto migliorare notevolmente le situazioni in partita.

Molto probabilmente, dopo che ve l'avrò detto mi prenderete in giro, mi manderete a quel paese, ma posso assicurarvi che la maggior parte degli allenatori pur sapendo che cosa sia, non l'allenano mai a dovere e come si deve.


Credo che questo fattore che sto per spiegarvi vada allenato tutti gli allenamenti a partire dal minivolley fino alla serie A e su questo non ci sono dubbi, e non ne avrete anche voi.
Di cosa sto parlando? Semplicemente di: Allenare le situazioni di Gioco.

Ora voi mi direte, bè ma questo lo faccio sempre e comunque a prescindere dal tipo di allenamento, perchè la pallavolo è uno sport di situazioni di gioco ecc.
Bè, siete sicuri che allenate le situazioni di gioco in modo corretto?
Innanzitutto chiariamo: cos'è una situazione di gioco?

giovedì 28 aprile 2011

Come programmare una preparazione fisica (parte 2)

Ecco la seconda parte su come si programma la prepazione fisica della propria squadra di pallavolo giovanile.Una premessa che mi sono dimenticato nel precedente post: per i fanatici del potenziamento fisico devo allertare a chi volesse fare una preparazione fisica su un gruppo inferiore all'under13.

La preparazione fisica per come la intendiamo conviene incominciarla ad eseguire a corpo libero dall'under14 e con i pesi dopo Under 16 e 18, mai prima, perchè si rischia di rovinare lo sviluppo articolare e muscolare dell'atleta.

Tornando ai punti del rpecednete post:


4)Conoscere bene gli esercizi dedicati alla fascia muscolare che vogliamo allenare: E' chiaro che se sappiamo come porgammare ma non sappiamo quali esercizi eseguire o siamo molto vaghi otteremo solo effetti negativi.
Gli esercizi da fare ce ne sono migliaia e li potete trovare tranquilamente nei libri o sul web, l'importante è che siano facili nella esecuzione, non pericolosi per altri punti articolari e muscolari, ma soprattutto coinvolgano i gruppi muscolari giusti.Un esempio è per quelli che sono ancora convinti che i manubri classici facciano lavorare il tricipte, quando invece fa tutto l'opposto.

Come programmare una preparazione fisica (parte 1)

Come mi ha suggerito un lettore oggi vorrei parlare della preparazione fisica, in particolare non tanto gli esercizi ma come fare a programmare.
Perchè effettivamente, come mi suggeriva questo lettore, in giro per la rete o ai corsi ti spiegano molti esercizi per quanto riguarda la preparazione fisica ma non ti dicono come: si programma una o più sessioni della preparazione fisica nella pallavolo.

Questo argomento, come tutti quelli trattati nel blog sono approfonditi e chiariti all'interno del corso YCVS: http://allenare-pallavolo.blogspot.com/2011/02/stiamo-lavorando-per-voi.html  il quale, annuncio, sarà aperto ufficialmente settimana prossima, per chi volesse essere contattato per sapere quando apre potrà lasciare nome e email nel boxino qua a fianco dovrà potrà ricevere  la seconda parte del video che trovato nella home page.

Ma passiamo all'argomento; per sapere come programmare la preparazione fisica della nostra squadra di pallavolo è necessario conoscere molti fattori, i più importanti sono 8 e li vedremo seguentemente:

1) Tempo e periodo della preparazione
2) Età degli atleti, precedenti infortuni e dati antropometrici
3)Sapere cosa voler allenare tra: Forza, Rapidità, Resistenza e Forza Esplosiva
4)Conoscere bene gli esercizi dedicati alla fascia muscolare che vogliamo allenare
5)Conoscere la tipologia di Fibre muscolare che pongono i muscoli: Elastiche, intermedie e resistenti
6)Metodi di allenamento
7)Saper determinare il massimale
8)Conoscere numero di ripetizioni, tempi di pausa e recupero e serie degli esercizi a seconda di cosa si allena.

domenica 17 aprile 2011

Insegnare e correggere il fondamentale, verso l'efficienza e oltre..


Ricerca la massima efficienza nel fodnamentale, si sa, non è affatto facile, il più delle volte si impiega un'intera carriera pallavolistica per raggiungerla.
Molti credono che l'efficienza si raggiunga con la ripetizione continua e assidua (scuola Bulgara per intenderci, dove ti fanno fare 2000 bagher contro il muro), altri invece sono più nella esecuzione del fondamentale nei vari esercizi globali e gioco.

Oggi vediamo come riuscire a correggere realmente il fondamentale e portarlo alla sua efficienza ma soprattutto correggere ciò che non permette la sua esecuzione ottima.
Nel processo di apprendimento, come ci hanno insegnato ai corsi allenatori esistono 3 fasi: Grezza,Controllo e Precizione.

Nella prima fase, il ruolo dell'allenatore deve essere importantissima e non deve lasciar andare niente per scontato, infatti l'atleta deve essere corretto in ogni minimo aspetto del fondamentale, affinche questo non diventi un'abitudine sbagliata.
Di fatti, se un atleta apprendere un fondamentale malamente, questo diventerà un'abitudine che eseguirà senza pensarci e di conseguenza, la correzione del gesto tecnico da parte dell'allenatore risulterà molto difficile.
Cosa dobbiamo curare nell'insegnamento della correzione del fondamentale in questa fase?


Prima di tutto conviene spezzettare il fondamentale in più parti, in particolare quelle coinvolte:
1)Le abilità motorie necessarie ad eseguire il gesto
2)Il tipo di lavoro che devono fare le gambe
3)Il lavoro delle braccia e del resto del colpo
4)la coordinazione, il tempo e gli altri fattori da apprendere per il tipo di fondamentale

giovedì 31 marzo 2011

Quando le parole fanno la differenza: l'arma mentale per eccellenza



Bè che dire, il video parla da solo, uno dei più grandi discorsi sportivi mai sentiti e che penso ogni giocatore vorrebbe sentire.
Tutto questo per introdurre oggi un'argomento importantissimo, un argomento che io ho segnalato nei precedenti post un'arma mentale che i coach hanno a disposizione verso i propri atleti nelle gare, e questa arma è: il Discorso.
 
Credo che non bisogna mai sottovalutare il peso delle parole, perchè queste possono a volte cambiare l'umore, motivare, dare autostima, conforto, rinforzo ma soprattutto la grinta necessaria per affrontare i problemi, e allora possiamo notare che questi sostantivi elencati spesso, sono tutto ciò che la nostra squadra ha bisogno per vincere o per lo meno per giocarsela al massimo delle proprie potenzialità.

sabato 12 marzo 2011

La programmazione? prima di ogni cosa.

Un allenamento efficace dipende solo dagli atleti e dagli esercizi che propone l'allenatore?
la risposta a questa domanda è molto semplice: No.
Infatti gli elementi che compongono un allenamento o sessioni di allenamenti sono:

- La struttura e la palestra
- Numero di atleti e atteggiamento di questi
- Esercizi adatti allo scopo
- Materiale di lavoro
- Staff tecnico

Ma soprattutto e più di tutti conta: la programmazione degli allenamenti.
Infatti, è stato rilevato in recenti studi sportivi che una programmazione preventiva e un controllo degli allenamenti permette di avere un quadro chiaro degli obiettivi, riduce i tempi morti in allenamento, permette di valutare e rivalutare il proprio lavoro secondo gli obiettivi prefissati.


Ma in cosa consite la programmazione?
La programmazione non è altro che uno studio di ciò che l'allenatore vuole eseguire e far eseguire ai suoi atleti affinche si raggiungano un obiettivo.
Sottolineo l'ultima parola: obiettivo.
Avere obiettivi è importantissimo, soprattutto nella pallavolo, e raggiungerli è ciò che si prefigge la squadra e l'intera società affinche si arrivi alla soddisfazione.
Questo ovviamente non riguarda solo la pallavolo, ma tutta la nostra vita.
Porci degli obiettivi è ciò che fa la differenza tra avere uno scopo nella vita e vivere normalmente.

giovedì 3 marzo 2011

Prevenzione e rinforzo applicato: Caviglia e Spalle

Come abbiamo visto nel precedente post, la prevenzione e il rinforzo muscolare è un argomento di fondamentale importanza per noi allenatore e mai da sottovalutare.
Per un atleta il proprio corpo è il bene più prezioso da curare, e non bisogna mai sottovalutare il problema, ne tantomeno ingigantirlo.
Poichè sono un forte sostenitore del: "prevenire è meglio che curare", oggi parliamo di prevenzione e rinforzo di due parti del corpo in particolare (spesso le più colpite da infortuni): caviglie e spalle.


Caviglia
"La maggior parte delle lesioni all'articolazione tibio-tarsica sono rappresentate dalle distorsioni e, tra queste, la grande maggioranza (85%) interessa i legamenti laterali.
Nella pallavolo le principali cause di distorsione alla caviglia sono i bruschi cambiamenti di direzione durante la corsa o un atterraggio errato dopo un salto" (studiovolley.it)
Di conseguenza, noi allenatori dobbiamo allenare i nostri atleti cercando di proporre almeno qualche esercizio a seduta alla prevenzione o rinforzo.

Buone abitudini: prendendo come esempio l'inizio di una nuova stagione agonistica, con un gruppo di atlete dall'under 13 alla 18, consiglio (come accennato anche nel precedente post):
La prima settimana non usare pesi e non farle saltare troppo, dedicarsi al ripristino delle abilità motorie e prevenzione delle articolazioni senza puntare a esercizi massimali.
Ogni allenamento, possibilmente all'inizio e insieme allo stretching dedicare un esercizio alla mobilità articolare, nel nostro caso rotazione delle caviglie tenendo le punte o talloni al suolo, oppure ondeggiare avanti e indietro, facendo passare il peso dai talloni alle punte e poi farlo anche lateralmente.
I primi esercizi di salto e corsa farli su elementi prioprocettivi, come materassini oppure sul prato.

venerdì 25 febbraio 2011

Introduzione: Prevenzione e rinforzo

Ciao a tutti, oggi vorrei trattare come argomento quello della prevenzione e rinforzo sia articolare che muscolare.
Spesso si sottovalutano questi  due categorie di esercizi ma spesso giocano un ruolo fondamentale per la preparazione fisica in primo luogo, ma anche per evitare infortuni durante tutta la stagione.

Non mi soffermerò molto, in quanto l'argomento per ogni parte del corpo è molto ampio, però possiamo incominciare a definire quali siano i punti più critici su cui un allenatore deve concentrarsi coi suoi atleti.
Solitamente, la maggior parte degli infortuni nella pallavolo a livello articolare avvengono a: spalle, polsi, dita, ginocchia e caviglie.

A livello muscolare invece si hanno problemi più o meno nelle stesse zone: spalla, schiena, tricipidi e quadricipite femorale e caviglia.

Cosa bisogna fare affinchè i nostri atleti possano allenarsi al meglio senza subire eventuali infortuni?
-Bè, prima di tutto, io consiglio sempre a inizio di una preparazione fisica (soprattutto quella estiva) di dedicare almeno  3 sessione alla prevenzione e rinforzo, specialmente se si eseguirà lavoro con i pesi.
La prima settimana di settembre dedicatela solo alla prevenzione, possibilmente facendo saltare poco gli atleti.

venerdì 11 febbraio 2011

I migliori allenatori: allenano dall'under 12

Forse il titolo vi sarà sembrato strano, tuttavia è vero, i migliori allenatori allenano dall'under 12 in su.
Perchè?
Bè prendete una squadra di serie e non di categoria: hanno una base tecnica consolidata, anche le capacità motorie sono già acquisite, l'allenatore dovrà solo concentrarsi nel miglioramento dei fondamentali di gruppo, nella tattica di gioco e nella preparazione fisica.
Invece dall'Under 12 si parte da zero.
L'allenatore deve essere molto bravo perchè dovrà insegnare dal principio tutta la componente tecnica in ogni dettaglio, sviluppare le capacità motorie necessarie per eseguire al meglio i fondamentali e persistere nell'insegnamento affinchè l'alteta potrà avere delle basi tecniche e tattiche perfette.


Quindi per poter formare i futuri migliori atleti tecnicamente preparati ci vogliono i migliori allenatori.

giovedì 3 febbraio 2011

Le mentalità vincente? un lusso per pochi

Ciò che nel mondo dello sport viene spesso nominato e ricercato, è qualcosa di astratto più che concreto, qualcosa che è diventato qausi leggenda tra atleti, allenatori e società, ma è qualcosa che esiste che si nasconde per uscire al momento giusto, e questà cosa è la mentalità vincente.

Che co'è la mentalità vincente? Esiste davvero? come si trova e si può trovare in tutti?
Bè questo è un argomento a me molto caro, poichè è uno dei temi centrali che svolgo all'interno di alcuni miei corsi in www.mycoachyourlife.com

Dopo anni di studio e di verifiche sul campo sia come giocatore che da allenatore, posso dire che, e questa mentalità NON E' PER TUTTI.

O meglio, se pensate di poterla creare da un momento all'altro con qualche bella frase, o qualche atteggiamento mi dispiace ma vi sbagliate.
Spero non mi prendiate per arrogante, ma ciò che dico ha delle fondamenta ben precise.

lunedì 24 gennaio 2011

La gestione del Time-out

una delle armi a disposizione di un allenatore in partita, una delle armi migliori non che una delle poche: è sicuramente il Time Out.
Nel Time-Out avete 30 secondi per cambiare il volto della partita, solo 2 per set.
Gestire 30 secondi non è affatto facile, a volte è troppo poco, a volte è tanto perchè non si deve dire molto.
Ma quindi come gestire al meglio il time-out?




Solitamente non ci sono regole che stabiliscono quando chiamarlo, ogni allenatore ha la sua strategia e sa cosa deve dire ai propri atleti, ma quello che diciamo è realmente efficace? l'abbiamo chiamato nel momento giusto, oppure dovevamo chiamarlo prima?
Bè delineamo qualche regola base che può servirci in futuro.

I 7 trucchi per migliorare la ricezione (parte 2)

Seconda parte del post: 7 trucchi per migliorare la ricezione.
Abbiamo visto nel precedente post i 2 trucchi per migliorare già dall'inizio, a partitre dall'apprendimento, la nostra ricezione.
Ora continuiamo con gli altri "trucchi" che miglioreranno sempre di più la ricezione, partendo però dal fatto che si sia già lavorato sui primi 2.
Un'ultima nota poi continuo con i punti dell'argomento.
questi trucchi che qui sto elencando sono un po' il "lavoro sporco" dell'efficineza in termini di risultati concreti.Cioè:

Allenando in questi punti la vostra ricezione, non potrete prendere che già da settimana prossima i vostri atleti andranno a vincere con una ricezione positiva del 80-90%.
Sono obiettivi a lungo termine, dove i primi risultati si vedono anche dopo un paio di mesi.E' un lavoro però essenziale se si vuole costruire degli atleti con un'ottima ricezione e avere soddisfazioni anche  a livello di vittorie in futuro.


3)Valutazione della traiettoria: specialmente a livello giovanile, molti atleti non riescono a valutare la traiettoria della battuta, spesso si spostano avanti prima ancora che la palla sia arrivata oltre la rete e la palla poi va indietro.Oppure la palla è corta e loro si muovono troppo tardi nel prenderla.
La valutazione della traiettoria è importantissima, bisogna allenare gli atleti a valutare tutti i tipi di traiettoria: alta e corta, alta e lunga a parabola, tesa e corta, tesa e lunga ecc.
Inoltre fargli esercizi che permettano di verificare se l'atleta è in grado di valutare la palla in arrivo: per esempio un compagno dall'altra parte del campo lancia a due mani il pallone e l'atleta quasi da fondo campo deve farla passare in mezzo alle gambe.

4)Spostamenti con visione della palla: nella ricezione il contatto visivo è fondamentale, una volta appresa la tecnica l'atleta deve essere in grado di concentrarsi solo sulla palla e sulle traiettorie di partenza e di arrivo.
Per questo è utile, premesso che si sia lavorato sugli spostamenti (punto 2) di lavorare sugli spostamenti ma con la palla, cercando l'efficienza dell'esercizio.
perchè poi ci si trova atleti che si muovono perfettamente senza palla e appena hanno la palla disastro più totale.

I 7 trucchi per migliorare la ricezione (parte 1)

Ciao a tutti, come sempre vorrei scusarmi per la poca presenza nel blog, solitamente posto almeno un articolo ogni 4 giorni circa, ed è quasi una settimana che non scrivo :(.
quindi per farmi perdonare oggi scriverò due post, che credo potranno essere utili a molti di voi, sempre che voi non le sappiate già. :)

In questo post vorrei parlare della ricezione, a mio parere il fondamentale più importante di tutti, poichè dalla ricezione parte il gioco, senza di questo è impossibile creare gioco nella propria squadra e e di conseguenza vincere.
Come diceva un mio ex allenatore: "Una squadra può non essere in grado di attaccare ma se sa ricevere e difendere benissimo, tirerà sempre su il pallone, portando in errore l'avversario prima o poi.".

Una teoria che io condivido a pieno.
Quando però alleniamo la ricezione, spesso e volentieri, mettiamo li i nostri 3 bei ricettori, facciamo battere gli altri compagni e pensiamo così di migliorarla.
Su questo invece condivido a metà, cioè è sicuramente un esercizio molto utile, in quanto è risaputo che la ripetizione migliora il fondamentale; ma tutto questo è utile se la nostra ricezione è già formata, se ha già quelle competenze che gli permettono di migliorare solo con la ripetizione.


domenica 16 gennaio 2011

Training generale femminile

Ciao a tutti lettori, prima di tutto vorrei ringraziarvi perchè ormai dalle statistiche vedo che siete sempre più numerosi e questo mi fa molto piacere, perchè significa che qualcuno apprezza ciò che scrivo e faccio.
Oggi vorrei proporre un  programma fitness molto utile per i pallavolisti che si struttura in 3 sessioni.

Queste 3 sessioni possono essere svolte in 3 allenamenti alla settimana se si è a fine anno o in preparazione fisica oppure una volta a settimana se si è nel periodo agonistico ma che da risultati minori.
Quali funzione svolge questo programma?
Principalmente 3 funzioni, tutte e 3 molto importanti e utili nella pallavolo:
- Sviluppa forza/tono muscolare
-Brucia i grassi/sviluppa capacità aerobica
-Aumenta la flessibilità

Con questo programma i tre obiettivi sopra citati sono definiti in ugual misura, quindi se ritenete opportuno nella vostra squadra fare un lavoro di questo genere: aerobico, forza e elasticità, allora questo programma potrebbe fare al caso vostro.

Vorrei aggiungere infine che questo programma è molto utile anche a coloro che non fanno pallavolo ma voglio avere un buon peso forma e muscoli più tonici, ovviamente i carichi di lavoro dovranno essere dosati, in base alla preparazione dell'atleta e obiettivi.


mercoledì 12 gennaio 2011

Alla ricerca del palleggiatore

Oggi parleremo su come si individua un palleggiatore all'interno della propria squadra.
Premessa fondamentale: non sempre in una squadra si hanno elementi che hanno doti naturali e predisposte al palleggio, di conseguenza, all'interno del nostro gruppo dovremo cercare quell'atleta/atlete che si avvicineranno di più alle caratteristiche richieste.

Prima di iniziare la nostra ricerca andiamo a vedere quali sono le caratteristiche fisiche-tecniche e quelle psicologiche.
Si perchè, alla fine di palleggiatori in giro ce ne sono tanti, ma la differenza tra i vari palleggiatori fa spesso la componente psicologica.

Partiamo quindi da quest'ultimo fattore: La componente psicologica.
Che cosa deve avere il nostro palleggiatore a livello psicologico per essere un buon palleggiatore?
1)Velocità di elaborazione: il palleggiatore durante la partita deve assimilare moltissime informazionie  tradurle in azioni concrete di gioco. In termini più semplicistiche deve essere un tipo sveglio! :)
2)Sicurezza e stabilità emotiva: Solitamente è una componente personale, ma può essere sviluppata e deve essere sviluppata insieme all'allenatore.Il palleggiatore deve avere la consapevolezza e la sicurezza tale per cui sa che da egli dipende ogni azione e sarà suo compito andare a prendere quasliasi pallone.Inoltre deve essere in grado di mantenere il cosidetto "sangue freddo", essere stabile senza avere troppi alti e bassi che possano influire sulla squadra.
3)Fattore "spugna": Il palleggiatore deve prendere consapevolezza del gioco degli schiacciatori adattandosi a come stanno giocando, a quale tipo di palla vogliono.In sostanza il punto viene determinato sempre da buone o brutte alzate.


venerdì 7 gennaio 2011

Questione di atteggiamenti.. anche tu fai questi errori?

Ciao a tutti, è d aun pò che non scrivo, scusate ma sono stato un pò impegnato.Oggi parlerò di quelli che sono gli atteggiamenti che un allenatore dovrebbe e non dovrebbe avere per allenare al meglio.
Si perchè anche l'atteggiamento e le azioni dell'allenatore determinano il successo in una sqaudra.

Anzi, si può dire che il 25% del successo di una squadra dipende dalle azioni, atteggiamenti e strategia dell'allenatore, specialmente in campo giovanile.
Quindi, a tutti coloro che credono che l'allenatore deve solo mettere una squadra in campoe  basta, vorrei dire che si sbaglia di grosso!!

Vediamo un pò quali sono ora gli errori comportamentali più comuni negli allenatori:
- Trasmette ansia 
- Ha scarso spirito di cooperazione
- Parla troppo e offende gli atleti
- Il suo intervento enfatizza l'errore
- Non sa valorizzare la dinamica di gruppo: leader positivi, negativi, gregari ecc
- Applica schemi rigidi di gioco
- Il risultato conta più di tutti:  il più delle volte sono d'accordo a riguardo, ma avere un gruppo solido e degli atleti con un bagaglio tecnico alto secondo me è molto più importante.
- Dimostra poca stima per gli atleti in campo

Ecco invece quali sono quei comportamenti che trasmettono quel 25% in più e permettono di vincere o per lo meno di avere dare una mentalità vincente a se stessi e alla squadra:
- Trasmette sicurezza
- Non ha paura di vincere
- E' l'uomo in più in campo
- Si accettano gli errori arbitrali anche se non subito
- Parla poco e incoraggia a fare
- Sbagliare è l'unico modo per migliorare
- Sa valorizzare al meglio il gruppo
- Dispone la squadra con un certo "equilibrio"
- Ha un proprio stile di gioco adatto al tipo di squadra


Detto questo sarebbe anche utile sapere cosa permette di passare da quelle che abbiamo elencato come "comportamenti negativi" a quelli "positivi".

E principalmente cosa è necessario sapere per eliminare gli atteggiamenti negativi e avere quelli positivi?
Inanzitutto è necessario: un atteggiamento solido,coerente e costante durante tutto il proprio periodo di gestione.
Bisogna essere in grado di riconoscere quelli che sono i profili psicologici dei giocatori e da questi delineare un atteggiamento di squadra.
Essere in grado di analizzare le componenti tecniche, tattiche  e fisiche della squadra.
E infine fare tanto lavoro su stessi per eliminare quei comportamenti che non permettono di migliorare la condizione in campo e fuori della squadra.

Daniele La Terra