giovedì 17 novembre 2011

Squadra di pochi atleti!! che fare?


Solitamente noi allenatori, siamo abituati a seguire corsi e modelli dove si ha in squadra un numero giusto e minimo per avere una buona squadra di pallavolo (12-14 atleti).
Ma nella nostra realtà pallavolistica e in particolare nelle piccole medie società, quante sono le squadre che possono contare sempre di 12 o 14 atleti?

Quindi oggi, vorrei concentrarmi e dar consigli oltre che riceverne dai lettori, sul caso in cui si alleni una squadra di pochi atleti: in generale o in qualche allenamento.


Di fatti, non tutti possono avere una squadra di 12 - 14 persone sempre, e il più delle volte tra: infortuni, malanni, problemi scolastici o altri si arriva a molti allenamenti senza ad aver a disposizione tutti gli atleti.
Quindi, cosa bisogna fare per poter allenare bene comunque e soprattutto per ottimizzare sedute di allenamento importanti?

Prima di tutto cerchiamo di ricavare da questa situazione dei vantaggi e dei svantaggi:

Gli svantaggi sono sicuramente:
- la mancanza di qualche atleta rivela delle difficoltà nel programmare l'allenamento in generale e specifico se si vuol lavorare su certi ruoli
- L'atleta mancante perderà la spiegazione e il lavoro su qualcosa di nuovo e di utile
- Impossibilità di poter effettuare una partitella 6 contro 6 durante l'allenamento.

Vantaggi:
- Avere pochi atleti, permette di potersi dedicare a loro individualmente allenando la tecnica-tattica individuale su quelli che sono i punti di forza e di debolezza dell'atleta ( lavoro sugli obiettivi individuali)
- Permette di allenare una tipologia di ruoli (alzatori, centrali ecc)
- Permette all'allenatore di seguire meglio i singoli atleti.

Ora, poichè noi allenatori abbiamo certe priorità e preferenze nell'allenare dobbiamo far in modo di ridurre quelli che sono gli svantaggi al minimo.

1) Prima di tutto nella vostra squadra deve essere categorico e imposto che quando un atleta manca o arriva in ritardo di mandare un messaggio all'allenatore che saprà già prima dell'allenamento quanti atleti avrà a disposizione e potrà programmare al meglio l'allenamento.

2)Per quanto riguarda lo sviluppo di gioco in assenza di 12 atleti il mio consiglio è quello di allenare o singoli fasi del gioco: esempio solo la difesa con l'allenatore che attacca, o solo battuta e ricezione con costruzione, oppure dedicarsi al gioco a squadre ma con dei vincoli.

I vincoli li dovete imporre voi a seconda di quello che volete allenare o su cosa devono concentrarsi gli atleti.
Proporrò qui degli esempi di partitella con numero ridotto di atleti con dei vincoli.

6 Atleti:
- 3 vs 3 solo nei 3 metri in pallonetto e palleggi con 1 avversario a muro e gli altri 2 a difendere il pallonetto e ricostruire
- 3 vs3 tutto campo ma la palla non può cadere nei 3 metri (ovviamente si può attaccare dai 3 metri)
- 6 vs 0 con chiamata dell'allenatore d'attacco: Su attacco o battuta dell'allenatore la squadra riceve o difende e ricostruisce ma prima che l'alzatore alzi l'allenatore indicherà a chi deve alzarla e per fare punto l'attaccante che attaccherà dovrà cercare una zona del campo ben precisa indicata a inizio del gioco.

7 Atleti:
- 3 vs 3 con alzatore che passa sotto rete ad ogni azione per giocare con entrambe le squadre.La squadra che perde fa punizione escluso ovviamente il palleggiatore che avrà il fiatone ;)
- Attacco contro muro: su un campo si posizionano i 3 attacchi (banda, centrale e opposto) oppure solo i primi due e il palleggiatore che può palleggiare dalla propria zona o partendo da zona 1.L'allenatore darà la palla all'alzatore con cui farà attaccare i compagni.Gl altri 3 saranno sotto rete che dovranno leggere le alzate dell'alzatore e tentare di murare l'avversario. L'attacco vale 1 punto, il muro passivo 1 punto, il muro attivo 2 punti. Se vogliamo, anche il mani fuori vale 2 punti da parte degli attaccanti.

8 atleti:
- 4 vs 4 classico con 1 alzatore sotto rete e gli altri 3 a tutto campo

9 Atleti:
- 4 vs 4 con alzatore che passa in entrambi i campi
- 6 vs 3 con il trio che gioca solo nei 3 metri oppure solo oltre i 3 metri
- 6 vs 3 con scambio prolungato del trio:  la squadra composta da 3 atleti potrà passarsi la palla quante volte vuole nel suo campo e poi decidere quando vuole di mandarla di la. Il sestetto sarà costretto a prestare una maggiore attenzione (non sapendo quando e come l'avversario attaccherà) inoltre sviluppa molto la fase di analisi dell'avversario.Se si vuole si può mettere la regola che se il sestetto fa punto bisogna riconfermarlo facendo un altro punto su palla lanciata dall'allenatore.

10 Atleti:
- 5 vs 5 classico con esclusione di un ruolo
- 6 contro 4 con punto riconfermato

Ovviamente qui l'allenatore dovrà liberare la propria fantasia e creatività nel cercare esercizi che non annoino ma siano efficienti ed efficaci con i propri obiettivi del gioco.

Conclusioni: Di sicuro avere pochi atleti non è mai bello, perchè non permetterà mai di poter sviluppare il gioco e simulare davvero una partita, tuttavia non bisogna far pesare questo agli atleti e farlo notare molto poichè nemmeno loro saranno contenti della situazione, tuttavia è compito dell'allenatore sapersi adattare con quello che si ha, con decisione e inventività.

Daniele La Terra


sabato 12 novembre 2011

Lo studio dell'avversario in partita: come contribuire personalmente ad una vittoria della propria squadra

Nelle fasi iniziali di un campionato, specialmente nelle categorie Under 16, 18 e divisioni (dove vi è una diversa condizione di gioco e tecnica globale molto differenziata da squadra a squadra) , è difficile avere informazioni utili sulla squadra da incontrare; sia perchè non si è mai incontrata, sia perchè difficilmente si può assistere a match precedenti della squadra avversaria.

Tuttavia, l'allenatore nel riscaldamento e soprattutto nelle fasi iniziali della partita può ricavare informazioni utili da utilizzare personalmente ma il più delle volte da comunicare ai giocatori.Se poi si è affiancati da un buon scout-man allora si potrà gestire sicuramente meglio la partita e dare un contributo più che notevole per il risultato della partita.

Ma se per il discorso scout pallavolistico, vi è un discorso a parte che effettuerò in futuro, oggi scriverò di quali sono le fonti informative  e quali informazioni fondamentali si possono ricavare e soprattutto come ricavarle.
Dividerò lo studio in 3 fasi:
- Riscaldamento
- Prima del fischio di inizio
- Primi punti del set (dopo almeno una decina di punti)

venerdì 4 novembre 2011

Allenare davvero le situazioni di gioco: sviluppo di ogni fase

In questo post cercherò di descrivere al meglio ogni fase precedentemente elencate nel precedente post, riguardo l'allenare le situazioni di gioco.
Riscriverò qui le fasi:
1)Fase di analisi: capire la situazione di gioco
2)fase di elaborazione: Cosa fare per risolverla
3)Strumenti: cosa serve tecnicamente per saperla risolvere
4)Riprodurre la situazione di gioco singolarmente
5)Ripetizione della situazione
6)Inserirla all'interno del gioco.

Ora andiamo a vedere fase per fase, esemplificando il tema, nel caso che analizzeremo studieremo come difendere un pallonetto da zona 4 o 2 avversaria.


1)Fase di analisi: Capire la situazione di gioco.
Questa è la prima fase e anche una delle più importanti da questa nasce la capacità di anticipo e reazione degli atleti durante il gioco.
In questa fase spiegheremo verbalmente e anche mettendoci in campo:
- Quando si verifica la situazione di gioco
- Chi deve agire principalmente in questa situazione e cosa devono fare gli altri atleti
- Da cosa si riconosce la situazione di gioco
Nel nostro caso spiegheremo ai nostri atleti che:
- Il pallonetto si verifica da parte dell'avversario o perchè è in difficoltà (solitamente se la palla è troppo vicino alla rete) oppure per scelta tattica dell'attaccante avversario
- Il principale difensore del pallonetto è chi sta dietro al muro (o se volete chi prende in teoria la diagonale stretta) gli altri dovranno coprire la zona dietro al difensore e le altre eventuali zone dove potrebbe cadere
- Solitamente si riconosce il pallonetto se non è ben mascherato perchè il braccio dell'attaccante non effettua un pieno caricamento e solitamente parte già semi-teso, la mano è rigida quindi i difensori oltre a guardare la rincorsa dell'attaccante dovranno anche guardare il braccio e successivamente la palla.

Come allenare davvero le situazioni di gioco e migliorare la qualità del vostro gioco

Come annunciato nel precedente post, oggi parlerò di un tema a me caro, perchè poco sviluppato e a cui ho dato una rielaborazione personale durante i miei studi e carriera da allenatore.

Come allenare davvero le situazioni di gioco e migliorare da subito le qualità del vostro gioco.

Come ben sapete, la pallavolo è uno sport di situazione di gioco, significa (per coloro che non sanno a pieno questo concetto) che il gioco della pallavolo presenta delle situazioni appunto, a cui la squadra deve far fronte e porre rimedio.
Queste situazioni di gioco sono continue ogni secondo della partita, variano da molte cose come: la tattica, la condizione fisica, la psicologia in campo ma soprattutto le abilità degli atleti.
Queste situazioni sono molto simili tra loro, ma poichè presentano mille sfaccettature, non troveremo mai ( o molto difficilmente) una situazione uguale ad un altra e quindi una azione identica ad un'altra.

Premesso questo, cosa significa allenare le situazioni di gioco e come si fa?
Bè prima di tutto il compito dell'allenatore è di conoscere le situazioni di gioco generiche e anche abbastanza specifiche, insegnarle alle atlete e fare in modo che le utilizzino durante il gioco a seconda della categoria.
Esempi di situazioni di gioco sono: ricevere una battuta corta, una battuta al salto, attaccare con palla staccata, difendere il mani fuori, battere su una certa zona, alzare un pallone fuori dai 3 metri a banda.

Quindi ora vi chiederete, "bè ma allora tutto è situazione di gioco" e la risposta è si!
Per questo le situazioni di gioco vanno allenate dal mini-volley fino a fine carriera in modo da dare al giocatore un bagaglio di esperienze ampio, che alla fine è il motivo principale per cui alleniamo.