domenica 19 febbraio 2012

Come ottenere dalla tua squadra una ricezione ++

Settimana scorsa mi trovavo ad affrontare un problema che tutt'ora sto cercando di risolvere nella mia squadra.

Uno dei problemi forse più ricorrenti tra noi allenatori poichè da questo fondamentale parte tutta l'azione: la ricezione.


Fino a qualche settimana fa, pur conoscendo molti esercizi e anche informandomi su come potevo modificare questo fondamentale non riuscivo proprio a migliorarlo, esercizi infiniti di bagher e continue ricezioni non garantivano alcun risultato.

E questo non era un problema della squadra, ma un problema mio. Si esatto, le mie atlete ci provavano con tutti i loro sforzi ma non erano precise come volevo e sbagliavano (sbagliano ancora un po' tutt'ora), ma non serviva a niente. Era un problema mio perchè io da allenatore al posto che cercare realmente la soluzione, mi ponevo mentalmente ancora sul problema che loro non riuscivano a ricevere bene.
E questo è un atteggiamento mentale molto ricorrente in noi, al posto che focalizzarci sull'obiettivo e sulla risoluzione del problema, continuiamo a guardare il problema stesso.Quindi di sicuro un primo consiglio che vi posso dare in generale sul coaching è: Focalizzatevi sulle soluzioni e lo scopo, non sul problema in se.

Tornando al problema della ricezione sono riuscito a trovare delle chiavi di accesso per risolvere il problema, queste come tutte le soluzioni pallavolistiche non funzionano immediatamente come per magia, ma come in tutte le cose prima di ottenere risultati ci vuole tempo e sacrificio.
Vediamo dunque quali sono queste soluzioni, sperando di essere breve ma allo stesso tempo conciso e riassuntivo.

1)Posizione di partenza: questa è fondamentale, e c'è da dire che spesso il ritardo sul pallone in ricezione è dovuto ad un'errata posizione di partenza.Perchè ponendo il caso che la battuta avversaria sia float, se sono molto piegato con le gambe come se stesse arrivando una battuta salto teso ci impiegherà più tempo per muoversi.
Alcuni consigli veloci sono quindi di non stare troppo piegati verso il basso con le gambe, ma quasi a gambe distese ma pronti per lo scatto, come in una gara di velocità (ma dove l'atleta dovrà muoversi sia in avanti che indietro), se invece la battuta è tesa e forte, o soprattutto in salto forte, conviene invece stare giù bassi come in posizione di difesa cercando di coprire più campo possibile.

2)Movimento e reazione: se i vostri giocatori sono lenti nell'arrivare sul pallone, probabilmente non è questione di velocità in se ma problemi di reazione visiva e movimenti rapidi.
Di fatti spesso, gli atleti partono molto dopo la battuta sia perchè non hanno ancora visualizzato la traiettoria, sia per tempi di reazione (cioè il tempo in cui dallo stimolo esterno il corpo tende a muoversi).Oppure arrivano sul pallone non in posizione di arrivo, che è molto simile a quella di partenza.
Spesso arrivano sul pallone ancora in corsa o con le braccia storte, vi viene magari in mente qualche vostro atleta in questo momento vero? :-)
Quindi abituate i vostri atleti a migliorare i tempi di reazione (per gli esercizi spero di pubblicarne un paio in seguito) e ai giusti movimenti per arrivare giusti sulla palla.

3)Punti di riferimento e competenze: Gli atleti che sono in ricezione devono sapere con esattezza quando una ricezione è buona e quando non lo è e soprattutto sapere di chi sono i palloni in zona di conflitto (zona tra 2 giocatori).Quindi chiarite coi vostri atleti dove volete che la palla vada (magari allenandoli all'inizio a fare centro su una zona delimitata da coni) e soprattutto chiarite tutte le competenze, non solo tra i giocatori ma anche su palle lunghe e corte.
Questo vale anche e soprattutto per la difesa.

4)Offrirgli soluzioni alternative: Gli atleti non sono dei robot che fanno tutto precisamente una volta date le istruzioni, anzi tutto il contrario, spesso si mettono a fare l'opposto di quello che gli hai detto.
Non per ribellione o non volontà, ma perchè quando si gioca il corpo tende a fare i movimenti più abituali, comodi e sicuri per se.
Quindi è giusto insegnarli ad esempio che ogni pallone deve essere preso con un bagher davanti e in tempo sulla palla ma dobbiamo anche offrirgli soluzioni "comode" in caso in cui non riuscisse a farlo ad esempio: il bagher laterale, il palleggio, spostamenti in diagonale, usare più le braccia che le gambe quando la palla è lunga per correggere la traiettoria di arrivo ecc.)

5)Allenare molto la valutazione della traiettoria: dedicate sempre un po' di tempo ad allenamento per allenare i vostri atleti nella valutazione di tutte le traiettorie possibili in battuta: palle corte, palle lunghe e alte, palle tese e corte, palle tese e veloci, palle tese e lunghe. Più abituate i vostri atleti e riconoscere subito le traiettorie, più saranno ing rado di anticipalre e migliorare la ricezione in partita.

6)Allenare il piano di rimbalzo e la giusta spinta di gambe e braccia da tutte le posizioni del campo: Infine, ultimo ma non ultimo per importanza, dedicate tempo per fare esercizi analitici di piano di rimbalzo (da zona 1,6,5 ecc) per dare palla all'alzatore, e soprattutto fargli capire e sensibilizzare il proprio sistema percettivo affinchè capiscano che una ricezione da fondo campo è ben diversa per spinta di una nei 3 metri.
Spesso molti allenatori danno per scontato che se un giocatore sa ricevere bene da posto 6 sappia ricevere anche ovunque nelle altre posizioni.Niente di più sbagliato.

Nel nostro lavoro e passione, non dobbiamo dare nulla per scontato, perchè sono i dettagli a fare la differenza, e questi dettagli potranno sicuramente aiutarvi nel vostro problema; e ricordate, focalizzatevi sull'obiettivo e sulla soluzione non sul problema o il problema diventerà sempre più difficile e grande.

Gabriele Principe

sabato 11 febbraio 2012

L'attaccante perfetto



Da questo breve video che uso come introduzione, vorrei parlare dell'"attaccante perfetto".
In piena linea con le idee esposte dal Mitico Julio Velasco, concordo nell'affermare che i migliori attaccanti (l'attaccante perfetto) attaccano bene le palle difficili e non quelle facili.
Perchè se sanno attaccare bene le palle difficili allora quelle buone le schiacciano benissimo.

Quello che tocca noi allenatori quindi è: Insegnare agl'atleti ad attaccare bene qualsiasi palla.
Ora mi chiederai, bè fin qui lo sapevamo tutti, ma come si fa?
Bè c'è da considerare come sempre che la pallavolo è uno sport di situazione e palle alzate interne, esterne, attaccata o staccate, alte o basse, sono solo delle situazioni che l'atleta si trova e dunque il modo migliore per allenarle è allenare la situazione.

se non hai letto il post su come si allena la situazione di gioco, te lo consiglio puoi leggerlo qui:http://www.allenare-pallavolo.blogspot.com/2011/11/allenare-davvero-le-situazioni-di-gioco.html

Parlerò qui, quindi, di come insegnare agli atleti ad attaccare palle difficili a seconda dei vari casi.partiamo subito:

Palla staccata da rete (da non poter effettuare la rincorsa):
In questi casi la cosa migliore da fare è dalla posizione della rincorsa, chiudere subito il passo e piazzare la palla o se si ha una buona elevazione da fermi usare il braccio e il polso per attaccare forte.

Palla attaccata a rete:
E' necessario valutare se si ha un muro alto su cui poter giocare o a livelli inferiori come risolvere la situazione.
In questi casi se è possibile si attacca sulle mani del muro per fare mani fuori, oppure si cerca il pallonetto oppure se si ha comunque il muro davanti un colpo secco con la mano.

Parliamo ora di situazioni più difficili, Palla esterna alla rincora o interna.

Con palla esterna, se l'atleta l'ha già intuita perchè è pure alta, dovra abituarsi ed allargare la rincorsa e curare la diagonale, altrimenti più semplicemente dovrà allargarsi con un passo in diagonale  e piazzare la palla, cercando tutta la diagonale.

Con palla interna invece, per non sprecare l'attacco dobbiamo insegnare ad effettuare una rincorsa tutta in diagonale, quasi orizzontale per poi poter piazzare l'attacco utilizzando il braccio e il polso.

Ora queste sono indicazioni semplici che già si conoscono e si trovano ovunque, però vorrei farvi notare un paio di cose e delle domande che dovete porvi, perchè io stesso mi pongo quando alleno, e aiutano molto nell'autoanalisi.

- Quante alzate perfette, su ricezione o difesa buona, alzano i vostri palleggiatori in media in una partita? in partita non in allenamento.

- Su ricezione o difesa sbagliata, quante palle riescono ad aggiustare alzandole correttamente?

- e infine quanto tempo dedicate al lavoro delle situazioni sopra indicate, quindi all'attacco di palle sbagliate?

E' chiaro che quanto maggiori sono le volte che la palla non sia buona, quanto più sarà necessario lavorarci su.
Si sa, spesso i palleggiatori fanno la differenza, ma avere attaccanti che aiutano i palleggiatori è meglio :-)

Gabriele Principe

sabato 4 febbraio 2012

L'insegnamento del passo incrociato a muro con AIR

In scia del precedente post, vediamo come si può insegnare per i centrali il passo incrociato per andare a murare a 2 a banda.

Spesso quello che gli atleti ci dicono dopo che hanno imparato i passi, è che "se pensano ai passi e ad avvicinarsi al compagno e saltare non riesco a prendere il tempo sull'attacco avversario" e io aggiungerei anche "Giustamente".

Anche perchè quando si è abituati a fare muro a uno, quasi da fermo, si ha acquisito un certo tempo nei confronti dell'attaccante e dell'alzata, ma partendo dal centro e dovendo fare più passi la cosa diventa assai difficile.

Quindi vediamo come possiamo utilizzare la Metodologia di Apprendimento Inverso Rapido, se non sai cosa sia ti consiglio di leggere questo post: http://www.allenare-pallavolo.blogspot.com/2012/02/il-segreto-del-apprendimento-inverso.html

Partiamo dalle competenze che l'atleta già ha acquisito e sa fare.nel nostro caso, se stiamo insegnando il muro a 2 si presuppone che sappiano fare il muro a 1, e partiremo proprio da questo.

1)Incominciamo a far saltare due atleti, attaccati spalla a spalla tra loro e saltare su attacchi a banda, da fermi.
I primi benefici, è che la memoria muscolare dell'atleta e il cervello incomincerà ad elaborare nell'atleta che raddoppia il muro, la posizione che deve tenere a fianco del atleta esterno (detto: "cursore" perchè è lui che decide dove andare a murare) e quindi capirà fin da subito che diversamente dal solito deve murare la diagonale e non davanti all'avversario e incomincerà a prendere i tempi sull'attacco avversario.

2)Successivamente facciamo partire il centrale, con spalle parallele alla rete, e piede della direzione di dove si sta andando a murare indietro (se si mura in zona 2 sarà quello destro se in 4 il passo sinistro) dove l'atleta dovrà solo compiere il passo di chiusura stando vicino al compagno e saltare.
Da questo esercizio l'atleta incomincerà a correggere la posizione dei piedi e del corpo in arrivo (evitando di vedere quindi centrali che hanno i piedi storti o il corpo storto a muro)

3)A distanza 1-2 metri dal compagno a banda, in equilibrio su un piede (il passo di apertura del muro)si farà fare un salto in lungo a raggiungere il compagno vicino (spalla-spalla)  con girata del corpo (già acquisita dal punto 2) e muro.
Concentrarsi molto su questa fase perchè è quella dove il centrale deve incominciare a prendere il tempo sulla palla, ma soprattutto raggiungere la giusta distanza dal cursore.per questo consiglio di:
- far distanziare il cursore un po' più vicini al centro, un po' più lontani e in posizione in modo che il centrale possa capire che si deve adattare a seconda di dove è la banda che mura.
- fare molti murate a 2 di attacchi perchè da qui il centrale deve imparare a prendere il tempo
- assicurarsi che il centro si avvicini il più possibile alla banda e salti dritto

4)da posizione a muro al centro eseguire i passi imparati negli altri punti con una grande apertura della gamba esterna, in modo da raggiungere più facilmente la banda

5)allenare molto la visione della palla dall'uscita delle mani del palleggiatore, grazie ai punti fatti in precedenza, l'atleta non dovrà più pensare (anche se all'inizio tenderà a farlo comunque per insicurezza) ai passi, ma dovrà di più guardare la palla e concentrarsi a unirsi al cursore.

Gabriele Principe

venerdì 3 febbraio 2012

Il segreto del "Apprendimento Inverso Rapido"

Per chi non avesse mai sentito parlare di "Apprendimento Inverso Rapido" ed è un grande studioso della pallavolo, non si preoccupi, la sua cultura pallavolistica è a posto e non è un impreparato.

AIR ovvero l'acronimo di questa metodologia di insegnamento è stata scoperta o meglio buttata per iscritto da me, in questi mesi di studio su quale fosse la metodologia ottimale per far apprendere un fondamentale nuovo e complesso che implicava molti fattori come: spostamenti non comuni, visione della palla e coordinamenti complessi.

Con questo non voglio vantarmi di aver inventato qualcosa, assolutamente no, non ho inventato un bel niente ne scoperto, tutta via ho riformulato quello che sono vari esercizi e la loro sequenza al fine di far apprendere in modo più rapido e completo alcuni tipi di fondamentali.
Questa metodologia è molto utile per l'insegnamento ad esempio di: Rincorsa d'attacco, Palleggio all'indietro, Passo incrociato del muro a 2, rincorsa del centrale, insegnamento del bagher laterale.

Presuppone ovviamente che l'atleta abbia le capacità coordinative e tecniche per poter apprendere il fondamentale ( e questa è la regola che vale per qualsiasi tipo di isegnamento tecnico pallavolistico).
In cosa consiste questo metodo? semplicemente nel far apprendere dei fondamentali attraverso degli esercizi che solitamente vengono insegnati per il fondamentale ma insegnati in modo "Inverso" da qui il nome.

Per spiegarmi meglio esemplificherò l'insegnamento didattico della rincorsa d'attacco come si insegna in generale (se voi già fate diversamente e avete ottimi risultati tanto di cappello) e come si può insegmare più facilmente attraverso questa metodologia.

Metodologia classica:
1) Si inizia con esercizi propedeutici per la schiacciata, il tempo sulla palla  ecc.
2)Si insegnano i passi della rincorsa e la si fa ripetere moltissime volte
3) Attacco della palla tenuta da corde o dall'allenatore con atleti che fanno la rincorsa e attaccano
4)Successivamente si fa l'attacco con palla lanciata dall'allenatore, magari prima da vicino e poi dalla zona di palleggio
5) Attacchi con alzata dei palleggiatori.

La difficoltà che incontrano tutti gli atleti, come l'abbiamo incontrata anche noi e saper coordinare la rincorsa eseguendola bene, il tempo sulla palla alzata (che è la cosa più difficile), il salto e coordinazione in aria e movimento del braccio.Questo impone anche che l'atleta imparato questo (che è la base di un attacco) difficilmente saprà saltare e piazzare la palla se è brutta o saltare sul posto per colpire la palla, inoltre molti atleti all'inizio prenderanno la palla o troppo indietro o troppo avanti. Vi è già capitato vero?
E quante fatiche a riprendere l'atleta e fare esercizi per fargliela colpire bene e prendere il tempo.
Più o meno, per far imparare con questa metodologia l'attacco base (cioè quello descritto sopra) con i giusti tempi ecc ci si impiega dai 2-3 mesi ai 5 o 6.

Cosa succede con AIR? permette all'atleta di imparare il fondamentale di base in 2 massimo 3 mesi e con capacità fin da subito dell'atleta di poter variare i colpi come ad esempio riconoscere di essere fuori tempo e piazzare la palla oppure su palla staccata fare un salto al massimale  e piazzare la palla.
Tutto questo avviene semplicemente perchè faremo imparare alcune cose partendo dalla fine del gesto tecnico che si avvicinano a ciò che l'atleta sa già fare, e aggiungendo un pezzo alla volta l'atleta apprenderà il fondamentale o il gesto tecnico in modo più rapido e completo.

Ma perchè dico questo? Bè provate a pensare se da bambini aveste dovuto impare la moltiplicazione senza sapere l'addizione. Si può fare, basta imparare le regole e le tabelline. Ma sapendo l'addizione verrà molto più facile e veloce apprendere le moltiplicazione  e in futuro fare altri esercizi più complessi.

vediamo quindi la metodologia AIR per l'insegnamento della rincorsa d'attacco:
1) Esercizi propedeutici per la schiacciata, si fa schiacciare la palla auto alzata o alzata dall'allenatore, poi si fa schiacciare la palla tenuta dall'allenatore saltando da fermi cercando di farli saltare il più possibile e giusto caricamento delle gambe. [benefici immediati: saprà in futuro attaccare con i piedi a terra e saltando da fermo, utile per piazzare]
2)Allenatore vicino all'atleta lancia la palla solo verticalmente e l'atleta col passo di chiusura della rincorsa salterà sul posto e schiaccerà, successivamente l'allenatore si allontanerà di metro in metro con questo esercizio fino alla zona dell'alzatore [ benefici immediati: prendere il tempo su palla lanciata da zona dell'alzatore con salto da fermo]
3)equilibrio sul piede sinistro (destro per i mancini) salto in lungo con chiusura del passo e attacco palla tenuta dall'allenatore, successivamente partendo col sinistro avanti si attacca la palla alta e da zona alzatore facendo un passo lungo e chiusura dell'attacco. [benefici immediati: lunghezza del salto lungo per potenza del salto]
4)Si parte col destro avanti e si esegue la rincorsa completa già da subito con la palla (poichè tutto ciò che serve dopo la rincorsa è già stato appreso)

In questo modo l'atleta non avrà difficoltà poi imparata la rincorsa ad abbinarla con la palla, perchè la già appreso e esercitato più volte prima, per questo motivo, l'apprendimento risulta Rapido ed Efficace.

Nel prossimo post parlerò della metodologia AIR abbinata all'insegnamento del passo incrociato del muro a due, per evitare gomitate tra atleti e garantire fin da subito l'unione del muro.

Gabriele principe

mercoledì 1 febbraio 2012

La Tattica Personalizzata

Nella pallavolo, come in tutti gli sport di squadra, esistono 2 tipi di allenatori:
- I Rivoluzionari Tattici
- Gli Adattatori

Questi termini li ho assegnati io, non sono scientificamente attribuiti, ma rendono a pieno (credo) l'idea che voglio rendere.
I primi sono quegli allenatori che a prescindere dalla squadra che hanno utilizzano un modulo ben definito, spesso inaspettato e come detto rivoluzionari.
Questi tipi di allenatori se la squadra hanno le caratteristiche adatte a quel ruolo, sono in grado di esprimere la rivoluzione tattica in pieno e spesso risulta essere decisamente vincente oltre che "bella da vedere" in quanto inusuale. Ma se la squadra non ha quelle caratteristiche richieste può diventare un enorme flop.
esempi di questa categoria sono nel calcio: Zeman, Sacchi, nella pallavolo Montali ecc.
Questi allenatori presentano caratteristiche personali:
- Molti decisi e convinti sulle proprie decisioni
- Diffidenti dal cambiamento
- Statici nel proprio modulo
- Ottimi oratori
- Grande fiducia in se e nei propri mezzi

I secondi invece "gli adattatori" sono quei allenatori che solo data una squadra e un numero di tentativi, riescono a costituire un modulo e una tattica "ad hoc" per la squadra.
Questi allenatori spesso hanno bisogno di molto tempo prima di dare risultati concreti e sono alla continua ricerca della perfezione. Il loro gioco spesso non è "bello da vedere" ma efficace ai propri obiettivi.
Esempi di questi allenatori sono nel calcio: Mourinho, Guardiola, Allegri nella pallavolo Julio Velasco e Barbolini.
Questi allenatori presentano le seguenti caratteristiche:
- Grandi motivatori
- Dinamici e risolutivi ai cambiamenti
- Spesso pignoli e non accontentabili
- Sono molti abili nello studio di problemi e risoluzioni tattiche

Detto questo io credo che nella pallavolo provinciale, e regionale o comunque a livello giovanile, non si possa essere appartenenti al primo caso, ma bisogna cercare di appartenere al secondo, perchè difficilmente si avrà una squadra tecnicamente uniforme, con gli strumenti per allenare adatti, i tempi necessari e soprattutto se è una squadra giovanile dovrà tendere all'evoluzione e alla dinamicità, di meno alla staticità.

Detto questo, cos'è la tattica personalizzata? La tattica personalizzata, è proprio questo, la capacità che hanno gli "adattatori" di creare una tattica perfetta per la propria squadra, personalizzata per raggiungere i propri obiettivi.
Nella pallavolo questa riguarda: La scelta di battuta di alcuni giocatori, le zone di battuta generali, il metodo di ricezione, la scelta dei ruoli dei giocatori, il modulo difensivo, la scelta del tipo di muro (lingo linea, semi-diagonale, e diagonale con le varie varianti), i tipi di attacchi e situazioni di gioco.

Come si costruisce?
Come abbiamo detto prima, si costruisce da ciò che si ha cercando il percorso necessario per arrivare a ciò che si vuole, utilizzando le risorse disponibili.
Per costruire una Tattica personalizzata bisogna valutare:
- Gli obiettivi della società, di squadra e individuali
- Gli strumenti di allenamento a disposizione (pesi, macchinari, palloni, elastici, panchine, ecc)
- Il tempo a disposizione ( mesi o settimane prima del campionato, numero di allenamenti, ore di allenamento)
- Il tipo di campionato, il livello di gioco e le squadre partecipanti
- Gli atleti e le loro capacità.

Quest'ultimo punto è quello più importante, perchè ricordatevi che potete avere in testa il modello perfetto e vincente ma se non avete gli atleti adatti e loro non sanno metterlo in pratica non serve a  nulla!

Capacità degli atleti:
1) Di squadra e di gioco: 
- Punti di forza: cioè quali sono le caratteristiche buone del gioco di squadra (esempio ottimo attacco dal centro, buona ricezione, buona copertura) di queste caratteristiche bisognerà svilupparle sempre meglio e nella tattica poterle evidenziare e utilizzarle il meglio possibile
- Punti di debolezza: le caratteristiche negative del gioco di squadra (confusione in squadra, mancanza di competenze, pessima difesa, muro basso e scomposto), in questo caso bisognerà cercare di migliorarlo negl'allenamenti e di nasconderlo il più possibile nel gioco

2)Individuali: ogni atleta ha dei punti di forza e dei punti deboli, compito dell'allenatore quando organizza la tattica personalizzata è di creare una tattica che enfatizzi i punti di forza di ogni atleta e che nasconda o venga coperto (dai punti di forza delle altre atlete) i punti deboli delle altre.

Un esempio che è stato fatto nella pallavolo moderna è l'utilizzo del libero cioè di un giocatore che copra con le sue qualità ricettive e difensive chi è meno bravo in difesa e ricezione.e così via.

Infine vi è anche la Tecnica Personalizzata a Partita: cioè data la propria tattica di base, si costruiscono avendo delle informazioni sulle avversarie (sulle precedenti partite, o si sono viste, o si notano direttamente in partita).
La tattica personalizzata a partita è quel valore aggiunto che aiuta la squadra a vincere, i vantaggi sono:
- Stabilire le miglior rotazioni in base a quella avversaria (il vero utilizzo dei referti da gara che nessuno mai guarda)
- Se fanno certe cose o sono leggibili ci si adatta a quello
- Si trovano e si punta sui punti deboli avversari.

Gabriele Principe