mercoledì 22 gennaio 2014

Come programmare esercizi efficaci ed evitare gli errori comuni (parte 2)

immagine presa da campioni.cn
Eccoci sulla seconda parte del post, la prima la potete trovare qui: clicca qui.
Nel precedente post abbiamo visto quali sono i fattori interni che un allenatore deve conoscere e utilizzare quando prepara i propri esercizi.

Ora vedremo quelli esterni, quelli che dipendono dagl'atleti e che spesso non possiamo controllare ma alcuni influenzare o tener d'occhio sicuramente si.




Fattori esterni:
- Basi tecniche non solide: l'errore più comune di noi allenatori e di far fare esercizi apparentemente semplici ma che l'atleta non è in grado di eseguire perchè magari gli manca "un pezzo di fondamentale".Ad esempio: stiamo allenando i nostri palleggiatori in alzata su difesa di qualche altro giocatore.I nostri palleggiatori sono molto bravi a palleggiare da fermi e in posizione ma gli manca la capacità di arrivare sotto il pallone dopo degli spostamenti. Inutile sperare in precisione d'alzata miracolosi.Alleniamo o verifichiamo che prima il palleggiatore sappia spostarsi rapidamente in campo e abbia la palla sopra la fronte, magari anche solo come riscaldamento. Ci assicurerà una buona riuscita dell'esercizio.
- Livello di stanchezza esercizio: abbiamo visto nella parte 1 del post che l'Intensità dell'esercizio determina un certo tipo di stanchezza immediata, la sua durata determina il livello di stanchezza dell'esercizio.Se un atleta è stanco per gli esercizi precedenti avrà un tasso di errore maggiore sugl'esercizi successivi. Quante volte vi è capitato che si inizia un allenamento alla grande con esercizi molto intensi e poi verso fine allenamento non sanno fare 4 cose in croce anche semplici?? se la vostra risposta in testa è "OOOHH UN SACCO DI VOLTE" bè, benvenuto nel club :)
- Livello di forma generale: questo è un fattore difficile da vedere in se, però spesso capita che l'atleta o più atleti siano stanchi o in sovrallenamento, se noi lo notiamo e gli chiediamo di fare esercizi intensi o complessi sprechiamo buona parte del nostro tempo.
-Età: ci sono alcune fasi di età dove l'apprendimento è più alto e alcune dove diminuisce, ci sono esercizi adatti a certe età e altri per altre età.Questo non vuol dire che più sono piccoli più gli esercizi devono essere facilissimi, anzi in giovanissima età gli atleti sono più bravi a gestire obiettivi e vincoli, oltre che intensità rispetto agl'atleti più adulti.
-Livello di concentrazione: questo dipende da atleta ad atleta, spesso un esercizio di lunga durata o alta intensità diminuisce il livello di concentrazione e di conseguenza l'efficacia dell'esercizio.
- Differenziazione tecnica tra atleti: è un fattore con cui tutti, nessun allenatore escluso (tranne selezioni provinciali ecc) devono avere a che fare.Tutti i giocatori sono diversi tecnicamente e spesso accade che un atleta sappia fare benissimo quell'esercizio mentre un altro non gli verrà per niente.
- Ripetizione dell'esercizio e fondamentale: ovviamente (questo non volevo neanche scriverlo in verità) un esercizio nuovo fatto per la prima volta avrà un tasso di errore maggiore o di poca efficacia rispetto ad averlo fatto più volte.E' un processo normale.

Vediamo ora quali sono gli errori più comuni che noi allenatori commettiamo quando prepariamo i nostri esercizi:

1)Errore di spiegazione: questo l'abbiamo visto nel precedente post, ricordate siate chiari quando comunicate, fate esempi e soprattutto fate fare domande!!

2) Creare un esercizio con Vincolo + Obiettivo: come abbiamo visto l'obiettivo quando è più preciso maggiore è la difficoltà nel raggiungerlo, e il vincolo è quell'ostacolo nuovo o semi-nuovo che impedisce l'atleta di eseguire l'esercizio in modo "facile" Spesso creiamo esercizi con 1 o più vincoli e magari anche un'obiettivo complesso che diventa impossibile per l'atleta eseguirlo.Ad esempio:stiamo lavorando sull'attacco con il muro per la prima volta: allora qualcuno incomincia a chiedere di: Attaccare o il lungo linea o la diagonale stretta (obiettivo) senza colpire il muro (vincolo) colpendo i materassini (altro vincolo). Un triplo salto carpiato già che ci siamo no??
Non impossibile come esercizio, ma solo se il nostro atleta ha già avuto esperienza con l'obiettivo e il muro per lui non è più un vincolo.

3) Non dare tempi di recupero e pause adeguate tra gli esercizi.Spesso l'allenatore vuol fare così tanti esercizi che concede pochissime pause di recupero ( che non per forza significa andare a bere). Tra un esercizio e l'altro incominciate a spiegare l'esercizio nuovo, puntualizzate qualcosa del vecchio, concentratevi sugli aspetti di atteggiamento o su qualche particolarità, loro recupereranno abbastanza in fretta e le vostre parole non saranno mai buttate al vento.

4)Appena finito un esercizio analitico si passa subito al sintetico: qui io direi dipende. Se il sintetico non prevede altri fattori come ad esempio più persone nell'esercizio o altri fattori tecnici coinvolti, si può fare.. solitamente io eseguo prima molte volte lo stesso esercizio analitico, magari in forme anche diverse più volte. Poi passo al sintetico solo quando l'analitico è stato già acquisito e consolidato.

5)Mancanza di elementi tecnici o fisici dell'atleta: come dicevo prima se all'atleta manca quella parte tecnica che serve per l'esercizio, cambiate il tipo di esercizio o mettete qualche variabile. Se l'esercizio prevede battere forte su una certa zona precisa e i nostri giocatori quando battono sanno solo tirare forte a caso e non preciso,bisogna fare un passo indietro.

6)Correlazione Durata-Intensità: questo è un errore molto comune, dovuto spesso alla credenza che: più li massacro per più tempo più diventano bravi, poco importa che verso la fine dell'esercizio sbagliano tutto. Se volete avere un'alta efficacia dell'esercio (per me, è un mio parere personale) la correlazione tra durata e intensità è inversa. Cosa vuol dire?? che se sto facendo un esercizio ad altissima intensità la durata deve essere breve, viceversa un esercizio dove si vuol puntar molto alla alta ripetizione del fondamentale meglio che sia a bassa intensità (tempi tra le ripetizioni più lunghi [un 3-4  secondi stiamo parlando]) ma durata più lunga.
Spesso facciamo esercizi molto intensi per molto tempo: risultato = inizio dell'esercizio favoloso stanchezza e poca lucidità a fine esercizio. Oppure bassa intensità e bassa durata = se non era un riscaldamento non è servito a gran che

7) L'errore più grave in assoluto, Non tolleriamo l'errore. Se stiamo facendo un esercizio è per 3 motivi:
  a) l'esercizio è nuovo e serve per un miglioramento di qualsiasi genere
  b) l'esercizio è consolidato da tempo e serve per ripetere il fondamentale o la situazione di gioco e allenarla in ripetizione
  c) l'esercizio è consolidato ma abbiamo inserito: un vincolo, obiettivo, abbiamo variato l'intensità o la durata.
nel caso A e C è fondamentale aspettarci l'errore (ovviamente non troppo se no ovviamente non serve a nulla) ma siate pazienti, l'errore deve esserci. Senza errore non c'è miglioramento e se qualcuno di voi è stato un atleta lo sa bene.

Ultimo consiglio: quando un esercizio non va come vorreste chiedetevi sempre quali di questi fattori sto trascurando? Come posso migliorarlo la prossima volta o già adesso?

Spero che questo vi aiuti o comunque vi faccia vedere strade alternative per la programmazione dei vostri allenamenti.
Buon allenamento a tutti

Daniele La Terra (alias Gabriele Principe)

Come programmare esercizi efficaci ed evitare gli errori comuni (parte 1)

Immagine presa da allenatoripallavolo.com
Ciao a tutti, finalmente torno a scrivere nel mio blog, finalmente torniamo a parlare di pallavolo e di noi allenatori.

Oggi parlerò delle caratteristiche degli esercizi che noi allenatori utilizziamo consciamente o inconsciamente quando prepariamo i nostri esercizi, degli errori più comuni che facciamo quando programmiamo un allenamento e soprattutto come migliorare ed evitare questi errori.

Partiamo prima di tutto dalle caratteristiche o meglio dai fattori che incidono su ogni esercizio che noi creiamo e facciamo eseguire ai nostri atleti. Questi fattori gli ho classificati in 2 categorie: Fattori interni ed esterni.
Interni sono quei fattori che dipendono solo da noi allenatori e dalle nostre risorse.Gli esterni invece sono quelli che dipendono dai nostri atleti ma che possiamo influenzare alcuni ed altri tenere solo in considerazione.

Partiamo da quelli interni: cosa dobbiamo tener conto quando creiamo i nostri esercizi e allenamento:
- N° di atleti: sembra banale ma a volte organizziamo esercizi dove non si utilizzano tutti i giocatori a disposizione e quasi non sappiamo cosa fargli fare, oppure non abbiamo il numero adatto per far fare quell'esercizio.
- Obiettivo: in quasi tutti gli esercizi bisogna quasi sempre porre un obiettivo, per obiettivo intendo: dato quello che so fare specializzarmi o individuare una particolarità precisa.
Ad esempio, se l'esercizio consiste nell'attaccare un pallone su alzata l'obiettivo può essere attaccare la diagonale, un obiettivo può essere di attaccare un punto preciso della diagonale (magari colpire il materassino)
Più preciso o piccolo è l'obiettivo maggiore sarà la difficoltà dell'esercizio.Ovviamente tutto è correlato alle capacità degli atleti, se un'atleta per ora schiaccia a caso in campo e gli chiedete di colpire un materassino ci può stare come esercizio ma non aspettatevi chissà quali grandi risultati.
- Spiegazione: a volte l'esercizio non viene per il semplice fatto che non ci siamo spiegati bene. So che è una cavolata ma spesso accade che l'atleta o gli atleti facciano l'esercizio male solo perchè non sanno cosa devono fare.Assicuratevi che abbiano capito l'esrcizio e soprattutto fatelo vedere (le prime volte), non usate termini che non conoscono e soprattutto fatevi fare domande.meglio perdere 5 minuti in più di spiegazione che 20 minuti di esercizi fatti male.
- Attrezzi adeguati: avete tutti gli attrezzi che vi servono per l'esercizio (n° palloni, materassini, carrelli ecc)?
- Collaboratori e giocatori adeguati: Si dice che i veri allenatori dei giocatori sono i propri compagni.Effettivamente è spesso così, chi non possiede collaboratori in palestra oppure per certi tipi di esercizi servono dei giocatori che sappiano allenare gli altri giocatori in modo adeguato.
per intenderci, se vogliamo allenare ad esempio la difesa del libero oppure il muro dovrò avere o mettere degl'attaccanti bravi ad attaccare sul libero o che non sbaglino l'attacco, possibilmente che sappiano cercare le mani del muro.Altrimenti il muro e il libero toccano pochi palloni e perdete solo tempo.L'esercizio che state svolgendo richiede una buona tecnica da parte dei giocatori allenanti? se si ce l'hanno?
- Tempi di tutti gli esercizi: alcuni allenatori fanno un allenamento con 3-4 esercii per 2 ore di allenamento altri invece 20 esercizi nello stesso tempo.Senza giudicare i due metodi credo che variare e fare un mix di tempi di allenamento sia più efficace in quanto allena bene l'atleta e soprattutto mantiene alta la sua attenzione e partecipazione.
-Organizzazione del campo: quante volte vi è capitato di dover fare un esercizio o più esercizi dividendo il campo in 2 o più parti e vedere palloni che arrivano da tutte le parti tranne nel punto giusto? Un consiglio abbiate qualche giocatore (a rotazione) che raccolga palloni in campo e assicuratevi che l'obiettivo dell'esercizio non sia troppo complicato.
- Vincolo: definisco vincolo un fattore di disturbo per l'atleta che appunto "vincola" l'esecuzione del proprio fondamentale per certi scopi. Ad esempio: la prima volta che inseriamo le mani del muro su un attacco.per l'attaccante trovarsi per la prima volta il muro davanti sarà un fattore di disturbo, un vincolo a tirare in certe direzioni se l'esercizio consiste negli attacchi in campo.
Dopo le prime volte, le mani del muro non saranno più un vincolo ma un elemento naturale del gioco, quindi si potrà mettere un altro vincolo o mettere un obiettivo.Il vincolo è sempre quando gli esercizi sono nuovi.
- Durata e intensità dell'esercizio: Ogni esercizio ha una certa intensità (per intensità si intende fisicamente carico di peso x ripetizioni) negli esercizi col pallone possiamo definirlo come: n° di ripetizioni x tempo di esecuzione.Quindi ad esempio se sto difendo gli attacchi dalle zone del campo e gli attacchi arrivano dopo 1 secondo l'uno dall'altro e gli attacchi sono tanti sarà un esercizio molto intenso. Molta intensità crea molta stanchezza fisica-nervosa per l'atleta.
Durata è semplicemente la durata dell'esercizio.

Andremo a vedere nella seconda parte i fattori esterni e soprattutto gli errori comuni.Anche se credo che già qualcuno di voi abbia intuito quali errori ha visto in giro o su di se, leggendo questi fattori.

Daniele La Terra (Alias Gabriele Principe)