martedì 21 maggio 2013

5 punti fondamentali per migliorare la difesa

Parliamo un po' di difesa, parliamo un po' di caratteristiche importanti da insegnare ai nostri atleti in difesa.
Dall'Under 12-13 in poi il fondamentale della difesa incomincia ad essere tra i più difficili da curare per 3 semplici motivi:
- la velocità del pallone è altissima, bisogna essere quindi ben posizionati ma soprattutto rapidi nell'esecuzione del gesto tecnico appropriato
- è molto difficile coprire tutta la zona di riferimento (poichè si introduce il muro)
- i colpi di attacco sono i più vari e imprevedibili (soprattutto nel femminile)

Cosa è necessario curare, quindi, per poter migliorare la difesa dei nostri singoli  e aumentare l'efficienza?
L'ho riassunto (anche se vi sono molti altri punti da sviluppare) in questi 5 punti:

1)Posizione di partenza: è fondamentale fin da quando sono piccoli abituarli a tenere le braccia staccate e vicine al corpo in posizione d'attesa per poterle unire in bagher frontale, laterale e soprattutto difendere in palleggio ed evitare che si muovano in giro per il campo con il bagher già pronto.La posizione di partenza deve essere quasi in posizione di scatto quindi sugl'avampiedi e busto in avanti pronti a spostarsi e ammortizzare la palla che arriva forte.

2)Spostamento e posizione nell'esecuzione: lo spostamento deve essere rapido ma sempre composto affinchè l'atleta riuscirà a conciliare in meno tempo possibile il gesto tecnico. Quando la palla viene difesa si consiglia (poi ci sono varie scuole di pensiero) di tenere i piedi paralleli in difesa poichè bisogna ammortizzare il colpo forte d'attacco.
Si consiglia poi di orientare il piano di rimbalzo delle braccia più in verticale in modo che la palla vada verso l'alto.La priorità è che la difesa sia alta in mezzo al campo non per forza precisa sulla zona del palleggiatore.

3)Insegnare a come leggere l'attacco avversario quindi guardare l'attaccante e non la palla quando vi è l'alzata e solo sul colpo d'attacco guardare la palla e la traiettoria

4) Fare molte esercitazioni di ripetizione su vari tipi di attacco usando tutti i gesti tecnici a disposizione dell'atleta: difesa del pallonetto, tuffo e/o rullata, difesa in palleggio, bagher laterale

5)Dedicare buon tempo nel lavoro sintetico e globale  sulla posizione e difesa in campo: con riferimenti e attacchi sulle zone di conflitto, attacchi sopra il muro, palle toccate dal muro ecc.

Allenare questi punti fin da subito e durante le varie stagioni con un settore giovanile (ma anche con gli adulti), permette a lungo termine di ottenere buoni risultati di gioco, in particolare per gestire la fase break point.

Gabriele Principe

martedì 16 aprile 2013

5 errori da non fare con i tuoi palleggiatori

Il ruolo del palleggiatore si sa è divenuto ormai uno dei più importanti se non il più importante.E' uno dei primi ruoli che vengono ricercati analizzando le attitudini dei propri atleti.

Sulla didattica e la metodologia dell'allenamento ci sono molti punti da evidenziare e dove ci possono essere molti punti di vista: dal tipo di palleggio (solo polsi con palla alta a braccia semi-distese oppure palla sopra la fronte con spinta delle braccia), oppure anche piede avanti nel palleggio ecc.

Quello che però di sicuro non bisogna fare con i propri palleggiatori, lo descrivo qui riassumendoli in 5 punti. Piccola premessa, non sono errori così clamorosi, però secondo me fanno la differenza nella capacità evolutiva sia tecnica e tattica.

1)Prima il tocco poi gli spostamenti e traiettorie. Il più delle volte noi allenatori ci impuntiamo sul tocco del nostro (futuro o attuale) palleggiatore rispetto alla rapidità, capacità di spostamento in campo e lettura delle traiettorie. E questo aspetto viene anche ricercato come attitudine primaria nella ricerca del palleggiatore.
Secondo me non è del tutto giusto: il tocco può essere sempre corretto e con la ripetizione può essere pulito, gli altri 3 fattori molto più difficilmente.
Quindi, non focalizzatevi solo su come palleggia (aspetto ovviamente importante ma non unico), allenate il vostro palleggiatore all'anticipo sulle traiettorie in difesa o ricezione, sulla rapidità  e capacità di muoversi in campo soprattutto dalle proprie posizioni di ricezione e difesa.
La mia filosofia sul palleggiatore (condivisa a volte, criticate altre) è che una persona con mani d'oro non se ne farà nulla se non riuscirà mai a prendere una palla spostata dalla propria zona.Quindi io personalmente (opinione strettamente personale)  preferisco avere un palleggiatore rapido che arriva sotto al pallone quasi sempre, che sa leggere la traiettoria e che mi fa 2-3 ma anche 4 doppie  a partita (consapevole del fatto che può solo migliorare nel tocco), che un palleggiatore che sa palleggiare solo se la palla è buono o ad un metro o due dalla propria posizione.

sabato 13 aprile 2013

schemi di difesa vincenti

Per quanto sia allettante il titolo di questo post, l'argomento di questo articolo non tratterà di schemi di difesa imbattibile poichè non esistono schemi assoluti vincenti: ma solo schemi personalizzati da modelli esistenti.
Questo articolo cercherà di darvi tutte le indicazioni per poter studiare il tipo di schema di difesa più adatto alla vostra squadra qualora quello attuale abbia qualche difetto.




Uno buono schema di difesa deve avere come obiettivi:
1) Ridurre la possibilità di far punti avversari attraverso le traiettorie d'attacco più comuni
2) Nascondere i difetti tecnici difensivi dei nostri giocatori
3)Esaltare i pregi tecnici difensivi dei giocatori più forti

L'altra volta ad un corso di aggiornamento si parlava del muro, che esistono 2 scuole di pensiero: il muro creato per fare punto e il muro per posizionare la difesa dietro.
A mio modo di vedere il muro nasce prima di tutto per bloccare l'attacco avversario e cercare di far punto e poi a seconda dell'efficacia del mio muro posiziono la difesa, quindi non una prevalenza delle 2 "scuole" ma un'unione.

Quindi i passi per creare una difesa e schema efficace sono:

1) Nel mio tipo di campionato, che tipo di attacchi vengono effettuati e quanto può essere importante il muro: se ad esempio siamo in un campionat molto basso di livello o comunque con una pallavolo ancora in evoluzione con attacchi che non vanno tesi ma salgono di mezzo metro da rete sarà quasi inutile murare a 2 e a volte anche murare.
Fa anche molto la differenza se si allena maschi e femmine, soprattutto col crescere di età e di livello.

2)Quanto è efficace il mio muro? è possibile che abbia giocatori o giocatrici che saltano poco o sono bassi da uscire con mezze mani da rete.In questo caso credo sia inutile portarlo a muro lasciando più campo in attacco avversario.Poi però la scelta sta a voi.

3)La maggior parte delle traiettorie in attacco degli avversari dove vanno maggiormente? diagonale stretta, diagonale zona 5, semi-diagonale (zona 6), lungo linea o lungo linea stretta? quali sono quelli più utilizzati.
Questo serve per capire come posizionare il muro e di conseguenza anche i giocatori di seconda linea

4)Dove posiziono i giocatori di seconda linea? i giocatori devono avere dei punti di riferimento dove posizionarsi soprattutto imparando i passi dalla "posizione di attesa" a quella di difesa.

5)A quali giocatori lascio più zona di campo da difendere (che spesso coincide con la domanda: dove posiziono il libro o difensore più forte)?

6)Chi va a prendere i pallonetti corti in zona 2,3,4 e oltre i 3 metri?questo punto sarà importantissimo da comunicare agli atleti, affinché certi palloni non cadano in mezzo al campo senza che nessuno vada a prenderli

7)Chi va a difendere le zone di conflitto tra difensori?

8)Rispondere a tutte queste domande solo sulla carta senza poi andare a testarle in allenamento non ha senso.E' necessario provare e riprovare gli schemi di difesa soprattutto in ogni rotazione. Uno schema di difesa può avere molte varianti a seconda delle rotazioni e delle giocatrici che abbiamo in campo. Ad esempio, attualmente con alcune giocatrici vado a muro a 2 mentre con altre muro a 1 con maggior copertura del pallonetto e del lungo-linea.

La cosa più importante è sicuramente trovare uno schema di difesa che possa essere efficace alla maggior parte degli attacchi che potrai trovare in campionato ma soprattutto che sia attuabile tecnicamente dai giocatori e giocatrici.
Potete avere in mente uno schema di difesa eccellente e infallibile, ma se le vostre atlete non sono in grado di applicarlo fisicamente (esempio sono poco rapide), tecnicamente (esempio soffrono il pallonetto) oppure le squadre avversarie fanno un gioco non coerente con lo schema  (esempio solo attaccano solo diagonale stretta e voi murate il lungo linea)
Non esiste uno schema efficace per tutte le squadre, ma esiste un solo schema perfetto che può fare solo la tua squadra.
Sta a te trovare quello più efficace per la tua squadra come abbiamo detto: dipende dai tuoi atleti/e e dal campionato che affronterai.

Gabriele Principe

sabato 2 marzo 2013

Le Mentalità e Continuità di Gioco

Immagine presa da sport nike.com
Quello della mentalità e continuità di gioco è un argomento molto difficile da trattare, soprattutto se chi scrive ha appena perso il giorno prima 3 a 1 dove il set vinto è stato di +9 mentre quelli persi tutti e 3 di 2 punti.Ma questa è la pallavolo. :-)

Fuori dalla pallavolo, lavoro come formatore e consulente di personal coaching per migliorare la vita personale, professionale, economica e altri ambiti tra cui anche quello sportivo a livello individuale.
A differenza però di un'allenatore di pallavolo, quest'ultimo deve concentrarsi a sviluppare e a guidare non un singolo atleta ma bensì un gruppo intero; ne consegue una maggior difficoltà perchè in un gruppo ogni atleta ha una propria mentalità di gioco completamente differente dal resto del gruppo.

La nostra mentalità e le nostre decisioni e pensieri vengono generati automaticamente per via di 5 fattori:
1)Credenze intime e regole inconsce
2)Propri valori di vita
3)I nostri punti di riferimento e la loro influenza
4)Le domande abituali che ci poniamo
5)Gli stati emozionali che sperimentiamo in noi

Ognuno di noi quindi, durante una partita ha modi diversissimi di gestire la propria mentalità: c'è chi dopo un errore si scoraggia subito, chi si carica ancora di più mentalmente.Chi la palla della vittoria la vuole chiudere nei 3 metri e chi prega Dio che la palla non gli arrivi a lui.
Quindi quando parliamo di mentalità di squadra parliamo qualcosa di davvero difficile (tanto è vero che la storia ci insegna che solo pochi riescono nell'impresa) però non è impossibile.
Il fatto è che, differentemente da quello che si pensa, creare una mentalità vincente non è semplicemente (come molti credono) fare un discorso alla Al Pacino (anche se di certo male non fa ogni tanto), quanto riuscire a dare i mezzi e strumenti ad ogni singolo atleta per motivarsi da solo e avere una mentalità e continuità di atteggiamento in campo.

giovedì 28 febbraio 2013

La manualità del colpo d'attacco

All'interno del bagaglio tecnico di un buon schiacciatore, di sicuro non può mancare la Manualità del colpo d'attacco.
Cosa si intende specificatamente? Si tratta dell'utilizzo del polso quando si colpisce il pallone e lo stesso colpo sulla palla quando si attacca.
Avere una buona manualità, permette allo schiacciatore di avere maggiori possibilità sul proprio attacco riuscendo: non solo a gestire i palloni difficili ma anche a indirizzare meglio i colpi buoni cercando con più precisione la direzione d'attacco.

Per questo secondo me, deve essere un fattore che deve essere allenato fin da subito, quando si impara a schiacciare; per me ancora prima di insegnare la rincorsa.




Vediamo prima di tutto tutti i colpi d'attacco possibili:
- Chiusura del polso su palla colpita alta: Un po' in tutti tipi d'attacco il polso viene quasi sempre utilizzato per chiudere la palla in campo, ma in particolare nei centrali per cercare le zone angolate del campo.

- Intra-rotazione del polso: la mano e il polso vengono ruotati verso l'interno del corpo. Utilizzato tantissimo nella pallavolo moderna per cercare il Mani.Fuori sul muro esterno.

- Extra-rotazione: il polso e la mano ruotano verso la parte esterna al proprio corpo.

- Colpo anticipato (viene chiamato anche in altri modi): la palla al posto che essere presa a braccio alto e disteso, viene colpita sotto e con una rotazione del polso in avanti.per intenderci è quello che si vede spesso nel beach volley dove li, non si può fare il pallonetto.

- Colpo ritardato: la palla viene colpita in basso e non in alto ma a braccio completamente disteso.Viene utilizzato per cercare il Mani-Fuori del muro sulla parte alta della mano avversaria

- Il pallonetto: anche il pallonetto fa parte della manualità del colpo d'attacco, infatti il polso è rigido o semi-rigido e la palla viene spinta solo con le dita tese

Come allenare la manualità (Approccio AIR): 

sabato 9 febbraio 2013

La Pliometria come fattore di sviluppo della potenza esplosiva

Parliamo in questo post di Pliometria. Un argomento che crea spesso discussioni e pareri discordanti tra allenatori.Ora per parlarne bene dovrei fare almeno 3-4 post a riguardo ma mi limiterò  a copiare alcune parti di discussioni trovate in vari siti e forum molto competenti.

Prima di tutto, bisogna sfatare il mito che la Pliometria aumenta la forza esplosiva.Molto molto sbagliato.La potenza esplosiva è la moltiplicazione di 2 fattori: Forza massimale * Velocità di reclutamento della forza.  La Pliometria non lavora (come molti credono) sulla forza esplosiva però senza creare danni di sovraccarico.La pliometria lavora sulla velocità e sul reclutamento di maggiori neuroni motori e quindi di fibre muscolari.

Per essere più precisi incollerò alcuni pezzi di post per rendere meglio l'idea:
"salto spettacolare = alti livelli di forza massimale (forza massimale) + alta velocità nello sfruttare questa forza nel più breve lasso di tempo possibile (rate of force development). 

nel test per il massimale e per il calcolo del massimale l'atleta impiega circa da 0.4 a 0.7 secondi per generare la forza massima...ma nel salto verticale vengono contati solo i primi 0.2 secondi!!! è un bel problema perchè l'atleta deve cercare di attingere alla sua forza massimale nel più breve tempo possibile!! 0.2 secondi sono veramente pochi. 
C'e un termine che specifica la velocità di generazione di forza, il termine inglese è "rate of force development" che significa tasso di generazione di forza. "

Quindi anche se un atleta magari ha una potenza e forza massimale maggiore non è detto che salti più di uno che invece ha maggiore velocità nel generare forza ma meno massimale.

La pliometria ha come scopo:
"
rafforzare il collegamento che c'e fra la forza pura e la forza esplosiva, nonchè migliorare la forza reattiva/forza elastica/forza pliometrica. Più una persona ha una buona capacità pliometrica e più riuscirà a "trattenere energia" dal primo movimento in favore del movimento successivo...questo viene MOLTO in aiuto ai saltatori che saltano con un piede, e viene anche in aiuto ai saltatori a due piedi poichè anch'essi seppure in misura minore utilizzano un riflesso pliometrico. 

EFFETTI DELL'ALLENAMENTO PLIOMETRICO

- recrutamento di un maggior numero di neuroni motori e conseguenti fibre muscolari. 
- miglioramento della forza esplosiva. 
- sviluppo del sistema nervoso centrale per rispondere in modo veloce a stimoli elastici. 
- un aumento nel "rate of foce development" 
- un cambiamento di tendenza muscolare da fibre di tipo 2A a fibre di tipo 2B (veloci). 
- miglioramento forza pliometrica. 

Tempi di recupero e suggerimenti:
"E' suggerito da molti coaches e allenatori di svolgere gli allenamenti pliometrici ad alta intensità solo una volta che si è in grado di sollevare un carico massimale pari a 1,5 volte il proprio peso corporeo. 
in realtà questa è una misura minima, della serie "partendo da 1,5 volte il proprio peso" per intenderci, in quel caso l'allenamento avrà il massimo della sua efficacia
Gli esercizi pliometrici tosti hanno un impatto devastante sul sistema nervoso centrale, e lo stancano parecchio. 
C'e una differenza di fondo qui, non parliamo di muscoli e qui sorge il problema recupero: il sistema nervoso centrale impiega da 2 fino a 5 volte il tempo di recupero usuale per i muscoli, seppure non vi bruci niente a fine allenamento la vostra performance rispecchierà la stanchezza. 
immaginatelo come stare 3 giorni senza dormire....anche se non avete fatto alcuna attività fisica e siete stati a letto sentirete comunque sonno e vi sentirete stanchissimi, quindi mi raccomando, la pliometria tosta va SEMPRE programmata come si deve, garantendo un MINIMO di 48 ore di tempo di recupero"
Di conseguenza, quello che io mi chiedo è: perchè molti allenatori fanno fare la pliometria anche in quasi ogni seduta di allenamento in under 14-16 dove la forza è in fase di sviluppo ma non ancora elevata rischiando di danneggiare l'atleta? La mia risposta personale è semplice: perchè molti allenatori confondono la pliometria con lavoro sulla forza esplosiva a carico naturale.

Il mio consiglio finale quindi è, se volete lavorare a lungo ciclo (3-5 stagioni) con dei giovani (dall'under 14 in su) lavorate:

1)sulla forza esplosiva a carico naturale (magari insegnando bene la tecnica di quelli che saranno gli esercizi con i pesi che è molto molto importante per evitare infortuni) esempio fare lo squat con un bastone
2)Lavorate poi sulla resistenza in modo che il vostro atleta non salti solo 3 metri i primi 5 salti e poi 2 metri nei successivi.
3)lavorate poi sulla forza massima con carichi (sempre in linea con quello che sa fare l'atleta) per aumentare la forza massimale
4) Pliometria e ancora resistenza


Questo lavoro si può fare anche nell'arco della stagione intera con atleti già grandi e personalmente posso dire che da molti vantaggi sul salto: fino a raggiungere dai 10 ai 20 centimetri in una sola stagione. Sempre considerato che gli atleti adulti non abbiano già fatto nelle stagioni precedenti tanto lavoro di carico.Comunque è un lavoro completo che secondo me può portare dei buoni frutti.

In conclusione per quanto riguarda la Pliometria ricordatevi sempre di non fare sedute troppo vicine, almeno a 2-3 giorni di distanza e fare esercizi mirati all'obiettivo.
Tutto questo ovviamente, sempre meglio accompagnarlo con un buon lavoro di propriocettività per evitare infortuni durante proprio questi esercizi intensi.


Gabriele Principe

giovedì 24 gennaio 2013

5 Esercizi utili per la reattività in ricezione e difesa

In questo post, vedremo 5 esercizi molto utili sulla reattività applicati al fondamentale della ricezione e della difesa.

Una precisazione però è doverosa, la reattività o capacità di reazione spesso è confusa con la rapidità.
La rapidità è la velocità con cui l'atleta si sposta in pochi metri (circa nei 10 metri) la rapidità consiste nel pieno sviluppo della fase di accelerazione (che solitamente avviene nei primi 4-5 metri) e in prima fase della velocità.

La reazione invece è il momento in cui l'atleta percepisce l'input esterno (esempio vede partire la battuta) ed esegue lo spostamento che poi si può sviluppare in rapidità (se gli spostamenti sono lunghi) o in qualche passo e movimento del resto del corpo.
Ultimo consiglio: quando lavorate su un'abilità motoria o una capacità quale in questo caso la reattività, non badate molto o non correggete molto l'efficacia del gesto tecnico o del fondamentale poichè altrimenti, l'atleta toglie parte dell'attenzione dedicata all'obiettivo dell'esercizio per eseguire anche bene il gesto tecnico.

Passiamo agli esercizi:

1)Gioco dello specchio (categoria dal minivolley a qualsiasi età): Un atleta si mette di fronte all'altro a pochi metri di distanza. Al via dell'allenatore uno dei due atleti si muove con scatti laterali cambiando sempre direzione, obiettivo del compagno è seguirlo in ogni suo spostamento proprio come se fosse il suo specchio.
Esercizio evoluto, per lavorare anche a muro è mettere i due atleti sempre davanti ma con in mezzo la rete e il pallone a chi esegue gli spostamenti.quando vuole, l'atlete con la palla salta e manda la palla tesa di la.Obiettivo del compagno che lavora, seguirlo negli spostamenti e murare.

2)ricezione spalle alla rete: Si divide la squadra in terzetti (se avete 12 atleti fate 4 gruppi: il primo in zona 1,6,5 il secondo dietro fuori dal campo, il terzo a difendere nel campo avversario e il 4° o a muro o a raccogliere i palloni.Ad ogni azione si spostano i gruppi). Il terzetto che sta in zona 1,6,5 sta girato spalle alla rete. L'allenatore quando ha lanciato la palla (possibilmente quando la palla è sul punto più alto della traiettoria) dice "via" gli atleti si girano e cercano di ricevere e costruire l'azione di gioco.
Consiglio: inizialmente partite con il lancio della palla facile dal basso, poi eventualmente passare al lancio a due mani dall'alto.

3)Difesa spalle all'attaccante: a coppie un atleta attacca l'altro sta di spalle.Quando l'attaccante si sta alzando la palla per schiacciare dice "via", il compagno si gira e difende la palla.
Esercizio molto utile  per far tenere le braccia staccate in difesa poichè devono difendere all'ultimo una palla alta, addosso, o anche un pallonetto.
Variante più semplice: l'attaccante lancia la palla a due mani dall'alto o dal basso (va benissimo anche in palleggio) a destra o a sinistra del difensore

4)Difesa in contro-tempo: Si può lavorare singolarmente o a terzetti nelle loro zone di difesa. Nella stessa metà campo si mettono in zona 4-3-2 un attaccante per zona con il pallone in campo.
Dall'altra parte uno o due palleggiatori.
L'allenatore o un altro atleta da la palla (se si vuole in appoggio) al palleggiatore il quale alza in una delle zone d'attacco. i difensori dell'altro campo (che stanno facendo l'esercizio) dovranno spostarsi in difesa come se ci fosse un attaccante pronto a schiacciare la palla alzata.
Appena la palla è stata palleggiata, uno dei tre attaccanti sotto rete batte un colpo sulla palla e attacca.
Compito e lavoro dei difensori è di seguire con i movimenti l'alzata avversaria, tornare subito in posizione e difendere l'attacco di chi sta sotto rete.

5)Ricezione senza vedere la battuta: se si hanno a disposizione dei materassi abbastanza alti si mettono lungo tutta la rete o anche solo in una zona di battuta.I ricettori non vedendo il battitore vedranno la palla dalla rete in poi costringendoli quindi a essere reattivi nella ricezione.
A mio modo di vedere quest'ultimo esercizio è uno dei migliori per migliorare la reazione dei vostri atleti.

Ce ne sarebbero molti altri di esercizi simili o utili per la reattività ma questi mi sono sembrati i più semplici e più efficaci.
Voi avete altri esercizi utili? scriveteli qui in commento o sulla nostra pagina FB: "L'allenatore (del volley) nel pallone".

Gabriele Principe

domenica 13 gennaio 2013

Ottimizzazione del gioco grazie ai NON competenti

Immagine presa dal sito: myvolleyblog.blogspot.com 
C'era una volta la pallavolo moderna.
Una pallavolo fatta di ruoli ben definiti, schemi, statistiche e competenze per ogni reparto di gioco.
C'era e c'è ancora, tuttavia a furia di pensare alla specializzazione del ruolo e alla pallavolo sempre più evoluta, spesso noi allenatori ci scordiamo di qualche cosa che succede spesso in campo ma che tendiamo a correggere solo verbalmente o solo a rimproverare ad un nostro/a atleta.

Di fatti, col passare degli allenamenti e durante la stagione , i nostri giocatori assumono sempre più responsabilità e compiti all'interno del gioco: dagli schemi di attacco alla difesa o ricezione tra due persone; assumono sempre più competenza nel loro ruolo.

E quando la palla deve essere giocata da un giocatore a cui normalmente non spetta quella competenza, o quel gesto tecnico?

Quindi, pur usando un termine non proprio adatto, la domanda è: i vostri giocatori sanno fare e soprattutto cosa fare in una situazione di NON loro competenza?
Probabilmente si potrebbe pensare che questi tipi di azioni accadono davvero raramente nelle partite se non si riesce a capire di cosa stiamo parlando esattamente, quindi illustrerò un paio di esempi di azioni e situazioni di Non ordinaria competenza dei giocatori:

- Difesa del palleggiatore: chi deve alzare sui tre metri? oltre i tre metri? se la palla viene difesa male e va direttamente in zona 4 l'attaccante deve tirarla nel campo avversario di seconda o alzare? Chi deve eseguire queste cose sa farlo bene? La cosa sembra meno banale di quel che può sembrare, non ditemi che non vi è mai capitato di vedere un centrale che deve alzare la palla e fa doppia oppure manda l'alzata in tutte le zone tranne che quella giusta (pur sapendo normalmente fare un bagher o palleggio decente)

- Difesa o ricezione staccatissima da rete dove il palleggiatore non ci arriva, chi ci deve andare? dove deve alzare? sa farlo?

-la maggior parte di ricezioni o difese o semplici appoggi che vanno a prendere in 2 spesso facendo più danno che bene

-Per non parlare della tipica palla lanciata facile dall'avversario e che non va a prendere nessuno

Scommetto che state già ricordando a qualche o molti episodi del genere.E se ci pensiamo poi, non è neanche così tanto raro in una partita vedere queste cose.
Di fatti statisticamente tutti questi errori propri costituiscono circa 15% degli errori in una partita da parte di una squadra.Statistica che va a crescere se la squadra in questione è molto inferiore rispetto a quella avversaria.

Quindi, credo sia opportuno dedicare qualche allenamento della stagione anche a questi tipi di situazioni dove gli atleti devono sapere cosa fare e soprattutto saperlo fare.
D'altronde in una partita di pallavolo vince chi sbaglia di meno.

E quindi consiglio sempre di individuare magari durante la partita quali tra questi e altri sono gli errori più frequenti, trovare una soluzione tattica e creare esercizi sintetici e successivamente nel gioco per ridurre questi errori drasticamente.
Sono sicuro che anche insistendo su questo, la vostra squadra avrà un miglior gioco, soprattutto più ordinato e ridurrà gli errori.

Gabriele Principe